Ricostruzione
Nonantola. Monsignor Castellucci, “vita e luce da oggi riprendono a rinvigorire i nostri deserti interiori”
“L’importanza dell’abbazia per il popolo nonantolano e non solo, opportunamente richiamata nei discorsi delle autorità e degli esperti prima della messa, è enorme. In queste settimane ne sono arrivati echi anche a me da varie parti d’Italia”
“L’importanza dell’abbazia per il popolo nonantolano e non solo, opportunamente richiamata nei discorsi delle autorità e degli esperti prima della messa, è enorme. In queste settimane ne sono arrivati echi anche a me da varie parti d’Italia”. Lo ha rimarcato monsignor Erio Castellucci, vescovo di Modena-Nonantola domenica 16 settembre durante l’omelia della messa per la riapertura al culto della basilica di Nonantola.
“L’abbazia è segno di vita e di luce – ha continuato il vescovo -, proprio il contrario del deserto e della notte; perché in essa e attorno a essa si è sviluppata la vita religiosa e civile di Nonantola: pensiamo solo alle centinaia di monaci che nei secoli l’hanno abitata, alle migliaia di celebrazioni che, anche coinvolgendo il popolo, si sono tenute in questa Chiesa; al patrimonio religioso, artistico e culturale qui elaborato e conservato, alla bonifica e coltivazione dei terreni e alla promozione del lavoro e della giusta ricchezza dei cittadini”.
“Vita e luce che da oggi riprendono, da questo luogo, a rinvigorire i nostri deserti interiori e illuminare le nostre notti. Grazie al Signore che continua a vincere il deserto e il buio; grazie a tutti coloro che si sono impegnati per giungere a questo giorno; grazie a tutti voi presenti, che con la vostra partecipazione rendere manifesta la natura della Chiesa, composta di ‘pietre vive’”, ha detto concludendo l’omelia il vescovo.
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