Dalla Chiesa
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Giornata mondiale del migrante e del rifugiato

Papa Francesco: “Assicurare a tutti il diritto a non dover emigrare”

L'appello del Pontefice a “governare i flussi e ampliare i canali per una migrazione sicura e regolare”

(Foto Vatican Media/SIR)

La celebrazione del giubileo per il popolo d’Israele “rappresentava un atto di giustizia collettivo: tutti potevano tornare nella situazione originaria, con la cancellazione di ogni debito, la restituzione della terra, e la possibilità di godere di nuovo della libertà propria dei membri del popolo di Dio”. Lo ricorda il Papa, nel messaggio diffuso oggi per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che sarà celebrata domenica 24 settembre.

“Mentre ci avviciniamo al Giubileo del 2025, è bene ricordare questo aspetto delle celebrazioni giubilari”, l’appello: “È necessario uno sforzo congiunto dei singoli Paesi e della comunità internazionale per assicurare a tutti il diritto a non dover emigrare, ossia la possibilità di vivere in pace e con dignità nella propria terra”.

“Si tratta di un diritto non ancora codificato, ma di fondamentale importanza, la cui garanzia è da comprendersi come corresponsabilità di tutti gli Stati nei confronti di un bene comune che va oltre i confini nazionali”, la ricetta di Francesco, che spiega: “Poiché le risorse mondiali non sono illimitate, lo sviluppo dei Paesi economicamente più poveri dipende dalla capacità di condivisione che si riesce a generare tra tutti i Paesi. Fino a quando questo diritto non sarà garantito - e si tratta di un cammino lungo - saranno ancora in molti a dover partire per cercare una vita migliore”.

“Mentre lavoriamo perché ogni migrazione possa essere frutto di una scelta libera, siamo chiamati ad avere il massimo rispetto della dignità di ogni migrante”, l’appello di Francesco: “e ciò significa accompagnare e governare nel miglior modo possibile i flussi, costruendo ponti e non muri, ampliando i canali per una migrazione sicura e regolare”.

“Ovunque decidiamo di costruire il nostro futuro, nel Paese dove siamo nati o altrove, l’importante è che lì ci sia sempre una comunità pronta ad accogliere, proteggere, promuovere e integrare tutti, senza distinzione e senza lasciare fuori nessuno”, l’indicazione di rotta per affrontare adeguatamente il fenomeno delle migrazioni: “Il percorso sinodale che, come Chiesa, abbiamo intrapreso, ci porta a vedere nelle persone più vulnerabili - e tra questi molti migranti e rifugiati - dei compagni di viaggio speciali, da amare e curare come fratelli e sorelle. Solo camminando insieme potremo andare lontano e raggiungere la meta comune del nostro viaggio”.

Fonte: Sir
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