Dalla Chiesa
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Appuntamento all'interno del decimo incontro mondiale delle famiglie, in corso a Roma fino al 26 giugno

Papa Francesco: “La vita familiare non è una missione impossibile”

Papa Francesco ha concluso ieri sera il Festival delle famiglie con un ampio discorso dedicato alla bellezza della vita familiare, emersa dalle cinque testimonianze di altrettante famiglie salite sul palco dell'Aula Paolo VI, alla presenza di circa 4.500 persone

foto Vatican Media-Sir

“La vita familiare non è una missione impossibile”. A garantirlo a tutte le famiglie del mondo è stato il Papa, che ieri sera ha concluso con il suo discorso il primo atto del decimo incontro mondiale delle famiglie, apertosi a Roma, in aula Paolo VI con il Festival “The beauty of family”. “Dobbiamo convertirci e camminare come Chiesa, perché le nostre diocesi e parrocchie diventino sempre più comunità che sostengono tutti a braccia aperte”, ha chiesto Francesco dopo aver ascoltato cinque famiglie che hanno portato la loro testimonianza: “Ce n’è tanto bisogno!”.

“Non ci si sposa per essere cattolici ‘con l’etichetta’, per obbedire a una regola, o perché lo dice la Chiesa; ci si sposa perché si vuole fondare il matrimonio sull’amore di Cristo, che è saldo come una roccia”, le parole dedicate al sacramento del matrimonio. Ringraziano Roberto e Maria Anselma, genitori di Chiara Corbella, di cui è in corso la causa di beatificazione, Francesco ha detto loro: “Non siete persone abbattute, disperate e arrabbiate con la vita. Anzi! Si percepiscono in voi una grande serenità e una grande fede. Vedere come lei ha vissuto la prova della malattia vi ha aiutato ad alzare lo sguardo e a non rimanere prigionieri del dolore, ma ad aprirvi a qualcosa di più grande: i disegni misteriosi di Dio, l’eternità, il Cielo. Vi ringrazio per questa testimonianza di fede!”.

“Nessuno desidera un amore a breve scadenza o a tempo determinato. E per questo si soffre molto quando le mancanze, le negligenze e i peccati umani fanno naufragare un matrimonio”, ha proseguito Francesco rivolgendosi a Paul et Germain, che hanno condiviso i loro momenti di crisi, chiamandone per nome tutte le cause: “la mancanza di sincerità, l’infedeltà, l’uso sbagliato dei soldi, gli idoli del potere e della carriera, il rancore crescente e l’indurimento del cuore”. “Ma anche in mezzo alla tempesta, Dio vede quello che c’è nel cuore”, ha fatto notare Francesco alla coppia congolese: “È molto bello che abbiate celebrato la vostra ‘festa del perdono’, con i vostri figli, rinnovando le promesse matrimoniali nella celebrazione eucaristica”, l’omaggio del Papa: “Mi ha fatto pensare alla festa che il padre organizza per il figlio prodigo nella parabola di Gesù. Solo che questa volta quelli che si erano smarriti erano i genitori, non il figlio! Ma anche questo è bello e può essere una grande testimonianza per i figli. I figli, infatti, uscendo dall’infanzia, si rendono conto che i genitori non sono dei ‘super eroi’, non sono onnipotenti, e soprattutto non sono perfetti. E i vostri figli hanno visto in voi qualcosa di molto più importante: hanno visto l’umiltà per chiedersi perdono e la forza che avete ricevuto dal Signore per risollevarvi dalla caduta. Di questo loro hanno veramente bisogno! Anch’essi, infatti, nella vita sbaglieranno e scopriranno di non essere perfetti, ma si ricorderanno che il Signore ci rialza, che tutti siamo peccatori perdonati, che dobbiamo chiedere perdono agli altri e dobbiamo anche perdonare noi stessi”.

“Le famiglie sono luoghi di accoglienza, e guai se venissero a mancare!”, il monito di Francesco, che ha ringraziato Pietro ed Erika per aver accolto Iryna e Sofia in fuga dall’Ucraina “sconvolta dalla guerra”. “Una società diventerebbe fredda e invivibile senza famiglie accoglienti”, ha proseguito Francesco: “Avete dato voce a tante persone la cui vita è stata sconvolta dalla guerra in Ucraina”, l’omaggio a queste ultime: “Vediamo in voi i volti e le storie di tanti uomini e donne che hanno dovuto fuggire dalla loro terra. Vi ringraziamo perché non avete perso fiducia nella Provvidenza, e avete visto come Dio opera in vostro favore anche attraverso persone concrete che vi ha fatto incontrare: famiglie ospitali, medici che vi hanno aiutato e tanti altri uomini dal cuore buono. La guerra vi ha messe di fronte al cinismo e alla brutalità umana, ma avete incontrato anche persone di grande umanità. Il peggio e il meglio dell’uomo!”. “L’accoglienza è proprio un carisma delle famiglie, e soprattutto di quelle numerose!”, la tesi del Papa.

Fonte: Sir
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