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Papa Francesco: “Non lasciare sole le famiglie. Lo Stato deve fare la sua parte”

È l’appello lanciato dal Pontefice, ricevendo i membri dell’Istituto Serafico di Assisi, in occasione del 150esimo anniversario di fondazione

(Foto Vatican Media/SIR)

“Non si possono lasciare sole tante famiglie costrette a lottare per sostenere dei ragazzi in difficoltà, con la grande preoccupazione del futuro che li attende quando non potranno più seguirli”. È l’appello lanciato dal Papa, ricevendo in udienza i membri dell’Istituto Serafico di Assisi, in occasione del 150esimo anniversario di fondazione.

“Siamo davvero legati da un vincolo di fraternità, come ho ribadito nell’Enciclica Fratelli tutti, che ho voluto firmare ad Assisi”, ha ribadito Francesco. ”Occorre che di questo principio si prenda piena coscienza e se ne sviluppino le conseguenze, anche quando si tratta di distribuire la ricchezza comune, perché non capiti che proprio chi ha più bisogno di soccorso ne resti privo. Penso a tante strutture che svolgono, come voi, questo servizio, e talvolta fanno fatica a sopravvivere o a rendere al meglio le loro prestazioni. Certamente non si può pretendere tutto dagli organi pubblici. È necessaria la solidarietà di tante persone, come avviene per i vostri benefattori. Il Signore li benedica per il loro buon cuore. Ma lo Stato e la pubblica amministrazione devono fare la loro parte”.

“Tanti genitori trovano nella vostra struttura una nuova famiglia per i loro figli. Questo è bello!”, il tributo del Papa. “Alcuni di essi sono qui presenti. Il Serafico li sente parte integrante della sua comunità, ed essi sono felici di sperimentare che i servizi dell’Istituto non si riducono all’assistenza professionale, ma assicurano a ciascuno un’attenzione personalizzata, attenta, premurosa. La logica del Serafico è l’amore, quello che si impara dal Vangelo alla scuola di San Francesco e di San Ludovico. L’amore che sa leggere negli occhi o nei gesti, anticipa i desideri, non si arrende di fronte alle fatiche, trova ogni giorno la forza di ricominciare, e gioisce di ogni pur minimo progresso della persona assistita”.

“La vita è sempre bella, anche con poche risorse”, ha assicurato Francesco. “Talvolta sa sorprendere. So che i vostri ragazzi sanno fare tante cose, diventando piccoli artisti di teatro, di radio o di pittura. Un loro sorriso ripaga di ogni fatica. In questo periodo di pandemia avete avuto momenti difficili. Ma il fatto stesso che abbiate organizzato anche con un buon gruppo dei vostri ragazzi - e immagino la difficoltà - un viaggio fino a Roma, mi dà la misura del vostro impegno e del vostro entusiasmo”.

“Adorare Gesù nell’Eucaristia e ‘ascoltare’ le sue piaghe nei più deboli, come vi dissi nel 2013, è diventato il vostro programma”, l’omaggio del Papa a proposito della cappella dell’Istituto, diventata un luogo di adorazione eucaristica permanente. “Grazie! Nel vostro Istituto si è anche sviluppata una scuola socio-politica, per stimolare la società a ripensarsi a partire dagli ultimi. Questa scuola si inserisce bene nel quadro dell’iniziativa Economy of Francesco, contribuendo a rinnovare l’economia nella giustizia e nella solidarietà”.

Fonte: Sir
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