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Papa Francesco: “Ogni sforzo per la pace in Ucraina"

Il Pontefice: “Chi è troppo attaccato alle proprie idee difficilmente segue davvero Gesù”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Le notizie che giungono dall’Ucraina sono molto preoccupanti. Affido all’intercessione della Vergine Maria e alla coscienza dei responsabili politici ogni sforzo per la pace. Preghiamo in silenzio”. Lo ha detto il Papa dopo la recita dell’Angelus ieri in piazza San Pietro.

Prima della recita dell'Angelus, Bergoglio ha spiegato le scritture domenicali. “Due cose dice Gesù dei suoi: che sono beati e che sono poveri; anzi, che sono beati perché poveri. In che senso? Nel senso che il discepolo di Gesù non trova la sua gioia nel denaro, nel potere o in altri beni materiali, ma nei doni che riceve ogni giorno da Dio: la vita, il creato, i fratelli e le sorelle, e così via”. Papa Francesco ha ricordato che la “logica di Dio” è la gratuità: “Il discepolo ha imparato a vivere nella gratuità. Questa povertà è anche un atteggiamento verso il senso della vita, perché il discepolo di Gesù non pensa di possederlo, di sapere già tutto, ma sa di dover imparare ogni giorno. E questa è una povertà: la coscienza di dovere imparare ogni giorno. Il discepolo di Gesù, poiché ha questo atteggiamento, è una persona umile, aperta, aliena dai pregiudizi e dalle rigidità”.

“Chi è troppo attaccato alle proprie idee, alle proprie sicurezze, difficilmente segue davvero Gesù”, ha aggiunto il Papa citando l’esempio di Simon Pietro: “Lo segue un po’, soltanto nelle cose in cui ‘è d’accordo con Lui è Lui è d’accordo con me’, ma poi, per il resto, non va. E questo non è un discepolo. E così cade nella tristezza. Diventa triste perché i conti non gli tornano, perché la realtà sfugge ai suoi schemi mentali e si trova insoddisfatto”.

“Mi lascio ‘scardinare dentro’ dal paradosso delle Beatitudini, o rimango nel perimetro delle mie idee? E poi, con la logica delle Beatitudini, al di là delle fatiche e delle difficoltà, sento la gioia di seguire Gesù? Questo è il tratto saliente del discepolo: la gioia del cuore. Non dimentichiamoci: la gioia del cuore. Questa è la pietra di paragone per sapere se una persona è discepolo: ha la gioia nel cuore? Io ho la gioia nel cuore? Questo è il punto”. Per il Santo Padre, umanamente siamo portati a pensare che “è felice chi è ricco, chi è sazio di beni, chi riceve applausi ed è invidiato da molti, chi ha tutte le sicurezze. Ma questo è un pensiero mondano, non è il pensiero delle Beatitudini!”. Gesù, al contrario, “dichiara fallimentare il successo mondano, in quanto si regge su un egoismo che gonfia e poi lascia il vuoto nel cuore”: “Davanti al paradosso delle Beatitudini il discepolo si lascia mettere in crisi, consapevole che non è Dio a dover entrare nelle nostre logiche, ma noi nelle sue. Questo richiede un cammino, a volte faticoso - ha concluso il Papa - ma sempre accompagnato dalla gioia. Perché il discepolo di Gesù è gioioso con la gioia che gli viene da Gesù”.

Fonte: Sir
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