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Udienza generale

Papa Francesco benedice scultura in bronzo sui senzatetto

Alla catechesi del mercoledì ancora un pensiero alla "martoriata Ucraina"

foto: Tim Schmalz

Questa mattina, poco prima della consueta catechesi dell’udienza generale del mercoledì, papa Francesco ha benedetto una nuova scultura in piazza San Pietro che mette in evidenza la condizione dei senzatetto. Si intitola “Sheltering” ed è una scultura in bronzo a grandezza naturale che mostra la figura di un senzatetto riparato da una coperta tirata da una colomba in volo. L’immagine viene svelata pochi giorni prima della sesta Giornata mondiale dei poveri, che si celebrerà domenica prossima, 13 novembre.

La scultura - si legge in una nota - è opera dell’artista canadese Timothy Schmalz, che ha già una consolidata esperienza nel campo delle statue religiose in tutto il mondo. La sua opera “Angeli senza saperlo” (Angels Unawares), dedicata ai migranti e ai rifugiati, è stata installata in piazza San Pietro nel 2019, anch’essa benedetta dal Santo Padre. “Sheltering” è stata concepita per accendere i riflettori sul problema dei senzatetto nel mondo e incoraggiare soluzioni pratiche, in linea con la missione della “Campagna 13 Case”, un’iniziativa della Famiglia Vincenziana mondiale, tramite la FamVin Homeless Alliance (Fha), che ha l’obiettivo di porre fine al fenomeno dei senzatetto e di cambiare la vita di 1,2 miliardi di persone che in tutto il mondo vivono senza un posto che possa essere definito casa.

Il recente viaggio apostolico in Bahrein è stato il tema dell'udienza generale odierna. “Scegliere la via dell’incontro e rifiutare quella dello scontro” è uno degli inviti lanciati del Papa in Bahrein, di cui nella catechesi di oggi Bergoglio ha ripercorso le tappe. “Quanto bisogno ne abbiamo! Quanto bisogno abbiamo di incontrarci!”, ha esclamato Francesco: “Penso alla folle guerra di cui è vittima la martoriata Ucraina, e a tanti altri conflitti, che non si risolveranno mai attraverso l’infantile logica delle armi, ma solo con la forza mite del dialogo”.

“Ma tranne l’Ucraina, che è martoriata, pensiamo alle guerre che durano da anni”, ha proseguito il Papa a braccio: “Pensiamo alla Siria, più di dieci anni, pensiamo ai bambini dello Yemen, pensiamo al Myanmar. Adesso la più vicina è l’Ucraina, ma cosa fanno le guerre? Distruggono. Distruggono l’umanità, distruggono tutto”.

“In Bahrein - ha raccontato il Papa - ho auspicato che, in tutto il mondo, i responsabili religiosi e civili sappiano guardare al di fuori dei propri confini, delle proprie comunità, per prendersi cura dell’insieme. Solo così si possono affrontare certi temi universali, come la dimenticanza di Dio, la tragedia della fame, la custodia del creato, la pace”.

Fonte: Sir
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