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Papa Francesco: messaggio Giornata vocazioni, “la vita non resti impigliata nelle reti del non-senso e di ciò che anestetizza il cuore”

La chiamata del Signore non è un'ingerenza di Dio nella nostra libertà, ha scritto ancora Bergoglio

Foto SIR/Marco Calvarese

“È successo così con la persona con cui abbiamo scelto di condividere la vita nel matrimonio, o quando abbiamo sentito il fascino della vita consacrata: abbiamo vissuto la sorpresa di un incontro e, in quel momento, abbiamo intravisto la promessa di una gioia capace di saziare la nostra vita”. Lo scrive papa Francesco nel messaggio per la 56esima Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, che ricorre il 12 maggio, sul tema: “Il coraggio di rischiare per la promessa di Dio”.

Soffermandosi su due aspetti – la promessa e il rischio -, il Papa spiega che “la chiamata del Signore non è un’ingerenza di Dio nella nostra libertà; non è una ‘gabbia’ o un peso che ci viene caricato addosso”. “Al contrario, è l’iniziativa amorevole con cui Dio ci viene incontro e ci invita ad entrare in un progetto grande, del quale vuole renderci partecipi, prospettandoci l’orizzonte di un mare più ampio e di una pesca sovrabbondante”. Indicando il “desiderio di Dio”, Francesco spiega che “è che la nostra vita non diventi prigioniera dell’ovvio”, “non sia trascinata per inerzia nelle abitudini quotidiane e non resti inerte davanti a quelle scelte che potrebbero darle significato”. “Il Signore non vuole che ci rassegniamo a vivere alla giornata pensando che, in fondo, non c’è nulla per cui valga la pena di impegnarsi con passione e spegnendo l’inquietudine interiore di cercare nuove rotte per il nostro navigare”. Ribadendo che “ognuno di noi è chiamato – in modi diversi – a qualcosa di grande”, il Papa incoraggia ciascuno affinché la sua vita “non resti impigliata nelle reti del non-senso e di ciò che anestetizza il cuore”.

“La vocazione è un invito a non fermarci sulla riva con le reti in mano, ma a seguire Gesù lungo la strada che ha pensato per noi, per la nostra felicità e per il bene di coloro che ci stanno accanto. Naturalmente, abbracciare questa promessa richiede il coraggio di rischiare una scelta”, scrive ancora il Papa che aggiunge: “Il coraggio di rischiare per la promessa di Dio”.

“Per accogliere la chiamata del Signore occorre mettersi in gioco con tutto sé stessi e correre il rischio di affrontare una sfida inedita; bisogna lasciare tutto ciò che vorrebbe tenerci legati alla nostra piccola barca, impedendoci di fare una scelta definitiva – afferma il Papa -. Ci viene chiesta quell’audacia che ci sospinge con forza alla scoperta del progetto che Dio ha sulla nostra vita”. Riferendosi alla “scelta di sposarsi in Cristo e di formare una famiglia”, così come alle “vocazioni legate al mondo del lavoro e delle professioni”, all’“impegno nel campo della carità e della solidarietà”, alle “responsabilità sociali e politiche, e così via”, Francesco spiega che “si tratta di vocazioni che ci rendono portatori di una promessa di bene, di amore e di giustizia non solo per noi stessi, ma anche per i contesti sociali e culturali in cui viviamo, che hanno bisogno di cristiani coraggiosi e di autentici testimoni del Regno di Dio”. Poi rivolgendosi ai giovani, il Papa li incoraggia a non essere “sordi alla chiamata del Signore”. “Non fatevi contagiare dalla paura, che ci paralizza davanti alle alte vette che il Signore ci propone. Ricordate sempre che, a coloro che lasciano le reti e la barca per seguirlo, il Signore promette la gioia di una vita nuova, che ricolma il cuore e anima il cammino”.

Fonte: Sir
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