CHIESA E POLITICA
Salvini e il rosario al comizio: cardinale Parolin, “pericoloso invocare Dio per se stessi”
Il gesto del vice premier è stato commentato anche dal segretario del Consiglio dei cardinali e vescovo di Albano, monsignor Marcello Semeraro
“Io credo che la politica partitica divide, Dio invece è di tutti. Invocare Dio per se stessi è sempre molto pericoloso”. Lo ha detto il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, ieri, a margine della Festa dei Popoli a San Giovanni in Laterano, a Roma, dove ha celebrato la messa lanciando un monito contro l’indifferenza. A margine, il riferimento al gesto di Matteo Salvini, che sabato in piazza Duomo a Milano, sul palco della sua manifestazione elettorale, aveva stretto un rosario e chiuso il suo intervento nominando la Madonna, “che sono sicuro ci porterà alla vittoria”. Sulla questione è anche intervenuto il segretario del Consiglio dei cardinali e vescovo di Albano, monsignor Marcello Semeraro. “Ritengo – ha detto – che sia scorretto usare il nome di Dio in questo modo. Non soltanto il suo nome, ma anche quello della Vergine. È una modalità strumentale dalla quale prendere del tutto le distanze”. Una “uscita esecrabile”, secondo il presule, di fronte alla quale cita un passaggio del documento sulla fratellanza umana firmato negli Emirati Arabi Uniti da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb: “Dio, l’Onnipotente non ha bisogno di essere difeso da nessuno e non vuole che il Suo nome venga usato per terrorizzare la gente”. “Chi ha responsabilità di governo – aggiunge il vescovo – dovrebbe leggere e studiare questo testo”. Sulla condanna del gesto del vicepremier espressa da padre Antonio Spadaro il presule ha manifestato il proprio compiacimento. “Gli ho scritto un messaggio per complimentarmi. Credo non sia questo il tempo in cui tacere”. Infine, a Salvini monsignor Semeraro ricorda che “esiste il timor di Dio. Che da esso occorrerebbe ripartire”.
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