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“The Economy of Francesco”: appuntamento rimandato a novembre per il Coronavirus

Assisi, conosciuta da tutti come la città del Poverello, avrebbe dovuto ospitare dal 26 al 28 marzo 2000 giovani – su oltre 3300 richieste di partecipazione pervenute – provenienti da 115 Paesi

“The Economy of Francesco”: appuntamento rimandato a novembre per il Coronavirus

Rimandato a novembre il meeting di portata mondiale, The Economy of Francesco, che si prefigge di instaurare una rinnovata visione economica più attenta al rispetto della persona e dell’ambiente.

Assisi, conosciuta da tutti come la città del Poverello, doveva ospitare dal 26 al 28 marzo 2000 giovani – su oltre 3300 richieste di partecipazione pervenute – provenienti da 115 paesi. Tuttavia, a causa della situazione critica, dovuta al Coronavirus, il comitato organizzatore, in accordo con il Santo Padre, ha deciso di spostare l’incontro di quest’ultimo con i giovani al 21 novembre 2020, mentre nei due giorni precedenti si terranno i momenti di approfondimento.

Per quanto riguarda la percentuale degli addetti ai lavori, si parla all’incirca di un 44% di donne e un 56% di uomini. I giovani protagonisti, in base al proprio profilo, saranno suddivisi in 12 villaggi tematici, dove collaboreranno, per elaborare nuove idee e proposte ambiziose al fine di migliorare l’apparato economico. I focus specifici sono: lavoro e cura, management e dono, finanza e umanità, agricoltura e giustizia, energia e povertà, profitto e vocazione, politiche per la felicità, CO2 della disuguaglianza, business e pace, economia è donna, imprese in transizione, vita e stili di vita.

Tra i numerosi relatori, che andranno a confrontarsi direttamente con i partecipanti attraverso sessioni plenarie e parallele, si ricordano i premi Nobel Amartya Sen e Muhammad Yunus, Kate Raworth, Jeffrey Sachs, Vandana Shiva, Stefano Zamagni, Bruno Frey, Carlo Petrini, Leonardo Becchetti, Mauro Magatti, Jennifer Nedelsky, Brunello Cucinelli, Cécile Renouard e molti altri.

La città simbolo di Assisi non è custode di un messaggio del passato, ma di un esempio che ha ancora molto da dire alle generazioni presenti e future. Come evidenziato da monsignor Domenico Sorrentino, vescovo della Città, “lo svolgimento dell’evento ha una relazione con san Francesco, con la sua esperienza di vita e con le sue scelte, che hanno valore anche nell’economia. Fu lui a scegliere tra una economia dell’egoismo e un’economia del dono”.

Sulla scia del santo, nominato Patrono d’Italia da Pio XII il 18 giugno 1939, i giovani di tutto il mondo sono stati chiamati a raccolta da papa Francesco, per stringere un patto che si concretizzerà al termine della tre giorni.

Francesco, pur essendo vissuto circa 800 anni fa, resta sempre un modello etico e spirituale di estrema attualità non solo per un modo nuovo di vedere l’economia e il rapporto con il denaro, ma anche per la relazione che strinse con le realtà naturali: “Uomo lungimirante, egli comprende con grande anticipo gli effetti devastanti del fattore inquinamento riversati, nel tempo, sull’ambiente: applica ‘ieri’ la giusta politica ambientale del ‘getta ed usa’, atteggiamento inverso rispetto all’‘usa e getta’ di oggi” (La Terra… un pianeta da amare).

Il miglior augurio a tutti i partecipanti e a quanti operano nel mondo del lavoro, della finanza e dell’imprenditoria è, dunque, quello di essere contagiati dalla spiritualità e dalla sensibilità, che un tempo trasformarono l’animo di quel Giovanni di Pietro di Bernardone, giovane ricco e uomo d’armi, portandolo ad essere una figura esemplare. Il papa si sofferma a evidenziare questo aspetto nella Laudato si’ laddove afferma che frate Francesco è “l’esempio per eccellenza della cura per ciò che è debole e di una ecologia integrale, vissuta con gioia e autenticità. È il santo patrono di tutti quelli che studiano e lavorano nel campo dell’ecologia, amato anche da molti che non sono cristiani. Egli manifestò un’attenzione particolare verso la creazione di Dio e verso i più poveri e abbandonati. Amava ed era amato per la sua gioia, la sua dedizione generosa, il suo cuore universale. Era un mistico e un pellegrino che viveva con semplicità e in una meravigliosa armonia con Dio, con gli altri, con la natura e con se stesso. In lui si riscontra fino a che punto sono inseparabili la preoccupazione per la natura, la giustizia verso i poveri, l’impegno nella società e la pace interiore” (n. 10).

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