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Tutela minori, monsignor Ghizzoni (Cei): “Nei Centri di ascolto le porte sono sempre aperte”

Oggi a Roma una giornata di studio dedicata a “L’indagine previa” promossa dal Servizio nazionale per la tutela dei minori 

Monsignor Ghizzoni (Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Si è tenuta oggi 6 ottobre, presso il Seminario romano maggiore di Roma, la giornata di studio dedicata a “L’indagine previa”. L’incontro è stato promosso dal Servizio nazionale per la tutela dei minori nell’ambito dell’attuazione dei cinque passi per lotta agli abusi elaborati dai vescovi italiani durante l’Assemblea generale del maggio scorso.

La giornata di studio era rivolta a tutti gli operatori giuridici presso i Servizi regionali, diocesani e interdiocesani per la tutela minori, le curie diocesane, gli Istituti religiosi e i Tribunali ecclesiastici. A discutere della tematica, alcuni esperti giuristi: monsignor Paolo Bianchi, vicario giudiziale dell’arcidiocesi di Milano, monsignor Jorge Bertomeu Farnos, officiale del Dicastero per la dottrina della fede, don Gianluca Marchetti, cancelliere della curia di Bergamo. Ha moderato i lavori padre Luigi Sabbarese, docente di diritto canonico alla Pontificia Università Urbaniana.

Il saluto inaugurale è stato pronunciato da monsignor Lorenzo Ghizzoni, arcivescovo di Ravenna-Cervia e presidente del Servizio nazionale della Cei per la tutela dei minori, che ha ricordato come il Servizio sia da pensare come “un servizio pastorale al servizio delle diocesi, in modo che ci sia un’attenzione vera per scongiurare questo peccato e reato gravissimo che è l’abuso”.

“Questa giornata di studio sull’indagine previa si inserisce in quelle cinque azioni che i vescovi italiani hanno approvato nell’Assemblea generale del maggio scorso e che prevedono una serie di attività per contrastare il fenomeno degli abusi sui minori e sulle persone vulnerabili”, ha spiegato monsignor Ghizzoni. “La partecipazione così numerosa, superiore a quanto ci aspettavamo - ha aggiunto monsignor Ghizzoni - indica una necessità di formazione su questi temi. Sta crescendo la sensibilità su questi temi per rendersi più competenti. Dobbiamo aver presente che, prima di agire contro gli abusi, è necessario valutare attentamente le segnalazioni che arrivano nei Centri di ascolto, ormai diffusi in quasi tutte le diocesi italiane. È questo un momento molto delicato, che ha bisogno di esperti ben formati, così da non lasciarsi sfuggire elementi utili e verosimili”.

“Quello dei Centri di ascolto è un servizio pastorale, che non si sostituisce in alcun modo alla denuncia presso le autorità giudiziaria - ha ribadito il presidente del Servizio -. Con i Centri di ascolto diamo assistenza, accoglienza, ascolto alle persone che vi si rivolgono e che troveranno sempre le porte aperte”.

Fonte: Sir
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