sul giornale cartaceo
"Camminare insieme", il richiamo del vescovo Douglas alla comunità diocesana
A proposito di alcune proposte che hanno suscitato reazioni diverse
Pubblichiamo il testo integrale di un comunicato della Diocesi che si può trovare a pagina 7 dell'edizione cartacea in edicola da ieri.
La diffusione in Diocesi di un questionario nel contesto del progetto denominato Nuntius, volto a raccogliere pareri, suggerimenti e rilievi sulla vita della Comunità diocesana al fine di migliorarla e l’invito rivolto a don Luigi Ciotti di tenere a Cesena una conferenza sui temi del lavoro come terzo incontro per i Dialoghi con la Città, hanno suscitato reazioni diverse. Accanto ai molti consensi c’è stata anche la manifestazione da parte di alcuni di dissenso e di non condivisione - per ragioni diverse - delle due iniziative: la prima sarebbe debitrice di una visione di Chiesa solo “orizzontale e assistenziale”, unicamente orientata alle cose di questo mondo, talmente secolarizzata da aver perso di vista la sua missione vera che è l’annuncio di Cristo morto e risorto; la seconda esprimerebbe un orientamento politico che farebbe piegare la Chiesa per una parte ben individuata con la cosiddetta ‘sinistra’.
Al Vescovo, cui fanno capo le due iniziative, preme, davanti a queste reazioni, sottolineare che in una comunità, anche in quella ecclesiale, ci stanno le critiche e, in un dialogo aperto e sincero, le manifestazioni di dissenso. Tuttavia non deve mancare da parte di alcuno l’impegno di camminare nella linea indicata dal pastore. Sugli strumenti e sui metodi di annuncio del Vangelo si possono avere opinioni diverse, ma una volta espresse nel quadro di un dialogo sincero e franco, non deve mancare l’impegno di voler camminare insieme.
Un sano confronto, dopo averlo condotto nella carità e nel rispetto reciproco, non elimina alla fine il dovere dei fedeli di imboccare la strada indicata dal pastore. La sinodalità, elemento costitutivo della Chiesa, è camminare insieme sulla stessa sponda del fiume, dietro al pastore. Essa implica il mantenimento delle proprie differenze di sensibilità, di cultura e di formazione; ma cozza con il tentativo di camminare sull’altra sponda del fiume, magari anche in senso contrario, perdendo così l’orientamento all’unico fine e all’unica mèta che ci accomuna.
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