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Ragazzi protagonisti

Febbre di vita. La vacanza estiva di Gioventù studentesca

La testimonianza di chi l'ha vissuta. Sei giorni intensi in Trentino, al passo del Tonale

Febbre di vita. La vacanza estiva di Gioventù studentesca

È incredibile come 230 ragazzi provenienti da quattro diverse città (Cesena, San Piero in Bagno, Ferrara e Bologna) in soli sei giorni trascorsi al Passo del Tonale, dal 10 al 15 luglio, si siano messi totalmente in gioco per capire e per verificare che cosa renda veramente e permanentemente felici. Ecco la loro testimonianza.

Scuole superiori diverse, età diverse, interessi diversi. Molti di noi partecipavano per la prima volta, altri invece nelle settimane precedenti si erano insieme coinvolti liberamente nell’organizzazione attenta della vacanza, ma la domanda con cui abbiamo iniziato, dopo la recita delle Lodi del primo mattino, era uguale per tutti: c’è qualcosa che ci fa alzare lo sguardo e ci fa distogliere dai nostri pensieri ingarbugliati?

Questa è stata la scintilla che ci ha guidati per tutta la settimana, e già fin dalla preparazione: cercare quel “qualcosa” dentro tutti gli aspetti, anche quelli più quotidiani e monotoni della nostra vita.

Proprio per questo allora nulla è stato lasciato al caso o all’istintività, a cominciare dalle camminate, che per molti possono essere solo faticose, e che invece sono state l’occasione di mettere in secondo piano la fatica e di goderci la bellezza della natura che Lui ci metteva davanti. Per aiutarci a non distogliere lo sguardo dal panorama che ci circondava era proposto un ordine ben preciso: si camminava in fila indiana divisi in gruppetti, con dei momenti di silenzio, in modo che anche le persone più in difficoltà sono potute sempre arrivare in cima.

Un momento chiave della vacanza è stata la presentazione, curata da alcuni di noi, della vita di Andrea Mandelli: lui era un ragazzo molto semplice e vivace che, di fronte alla diagnosi di un tumore all’età di 17 anni, non si è scoraggiato ma è arrivato perfino a dire ad un professore: “Voi mi volete bene, ma avete un po’ pietà di me, come si ha per uno che è malato. Invece io attraverso la mia malattia ho incontrato Gesù: quindi sono la persona più felice del mondo” (dal libro “Ti regalo la mia molla: la vita di Andrea Mandelli”). L’incontro con questa figura ci ha risvegliato il desiderio di questa febbre di vita “polivalente”!

Così, ad esempio, la musica, che per noi giovani spesso è solamente una distrazione dai nostri pensieri, è stata un aspetto molto presente in vacanza, ma anche una sorpresa: cantando Vasco, i Beatles, Lucio Dalla e Lo Stato Sociale, ci siamo accorti che personaggi che sembrano così lontani da noi si sono posti le nostre stesse domande: “Cosa sarà che ti getta nel mare e ti viene a salvare, cosa sarà che dobbiamo cercare?”. Il canto ha accompagnato non solo le serate, ma è stata una costante anche in altri momenti: i cori alpini in passeggiata, i canti liturgici, gli inni delle squadre per i giochi e, in maniera più informale, fuori dall’hotel con una chitarra.

Un aspetto apparentemente antitetico alla gaiezza della musica, ovvero lo studio spesso ‘grigio’ per molti di noi, è stato l’argomento di un vivo quanto interessante dialogo con Marco Bersanelli, ricercatore e docente di Astrofisica alla Università di Milano. Le nostre domande, che esprimevano le passioni più diverse, spaziavano da Leopardi al modello del carbonio, dall’energia dei lampi a Dante e hanno fatto emergere che gli autori del passato, al pari delle materie scientifiche e delle spiegazioni fisiche degli eventi, ci sono ‘compagni di viaggio’ nella nostra ricerca finalizzata alla scoperta di ciò che ci rende felici e di ciò che è vero, anche nelle ore di Fisica o di Letteratura. Bersanelli, che ci ha ricordato che noi siamo fatti di materia stellare, ci ha rilanciati a guardare con stupore noi stessi e tutta la realtà, partendo da quei segni che più ci attraggono: il rapporto con la realtà, anche quella fisica, è affettivo e drammatico, non circoscrivibile, sempre nuovo: una bella avventura ci aspetta.

Nell’assemblea finale, il cui tema era “Cosa ho visto in questi giorni?” è emersa la gratitudine per la scoperta che ognuno , così com’è, è preferito e che tutte le circostanze non sono obiezione, ma la strada che non potremmo immaginare da soli per arrivare a quella felicità per cui il nostro cuore è fatto.

L’estate che abbiamo davanti sarà l’occasione di questa verifica.

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