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1 gennaio 2022

Giornata mondiale della pace. Il vescovo Douglas: "Meno armi e più istruzione ed educazione. Il lavoro indispensabile per la pace"

Due le testimonianze. Quella di Pierpaolo Bravin di Avsi e del consulente del lavoro Luca Piscaglia ideatore a San Mauro Pascoli del Distretto della felicità

Da sinistra: Pierpaolo Bravin, Luca Piscaglia e il vescovo Douglas Regattieri. Foto di Pier Giorgio Marini

"Dialogo fra generazioni, educazione e lavoro: strumenti per edificare una pace duratura". Questo è il titolo del messaggio scritto da papa Francesco per la 55esima Giornata mondiale per la pace.

Cancellata anche a Cesena, come nel resto d'Italia, la tradizionale Marcia per la pace, la Diocesi ha celebrato la giornata con un incontro di preghiera, testimonianze e riflessione.

Dopo aver ascoltato alcuni brani tratti dal messaggio di Bergoglio, è intervenuto Pierpaolo Bravin per Avsi, di cui nel 2022 ricorrerono i 50 anni di fondazione, coordinatore di numerosi progetti educativi in tanti Paesi nel mondo. Bravin ha raccontato la storia di Daniel, in Uganda un ex bambino soldato. Dopo l'uccisione dei genitori aveva solo intenzioni di vendetta. Ma dopo aver incontrato l'esperienza educativa di Avsi comprese che dall'incontro con le persone può nascere la pace. "Ma tutto questo non sarebbe possibile - ha aggiunto Bravin - senza l'aiuto di tanti sostenitori, autentici artigiani di pace, per usare l'espressione utilizzata da papa Francesco".

A Cesena, ha concluso Bravin, ci sono 600 bambini sostenuti a distanza e oltre 900 se si considera tutta la Diocesi di Cesena-Sarsina. "L'importante credo - ha concluso Bravin - credo sia farsi coinvolgere in una storia che riguarda questi bambini, ma che riguarda anche noi. Per me - ha riflettuto ad alta voce l'operatore Avsi - la fedeltà a questo appuntamento annuale è stato molto importante per la mia vita".

Il consulente del lavoro Luca Piscaglia di San Mauro Pascoli ha raccontato di come è nata l'idea del Distretto della felicità cui ora aderiscono 25 aziende con il coinvolgimento di tremila famiglie. "Tutto è nato dall'esigenza di trasferire il sapere di un lavoro artigianale, quello nel settore calzaturiero, che nessuno più voleva svolgere - ha detto il professionista -. Le condizioni di lavoro non erano più conciliabili con i tempi di vita. Essere impegnati dalle 8 alle 18 per tante mamme diventava insostenibile, con i bambini da portare a scuola e nelle altre attività pomeridiane".

"Bisognava adeguare gli orari di lavoro alle esigenze delle famiglie e creare un modello diverso. Bisognava anche lavorare sugli orari dei vari servizi sociali", ha aggiunto Piscaglia.

"Quando quest'anno un mio amico mi ha detto che finalmente lui e sua moglie al venerdì pomeriggio si liberano alle 15,30 e si sono così ritagliati un po' di spazio da dedicare alla famiglia, per me è stata la nota più bella", ha proseguito Piscaglia che ha anche rivelato. "Il nome distretto della felicità mi è venuto in mente aprendo un libro di mio figlio che stava studiando economia in Spagna. A casa arrivò un suo libro che io aprii subito. Il titolo era: "Economia della felicità" basata sul rapporto tra le persone. Ecco sta tutto qui. Ritrovare il tempo per le famiglie: può stare qui il segreto per la ricerca della felicità".

Il vescovo Douglas nella sua riflessione ha messo in evidenza i tre temi tratti dal titolo del messaggio di papa Francesco. Sul dialogo tra generazioni ha richiamato la visita di papa Francesco a Cesena del primo ottobre 2017. Bergoglio chiese all'esterno della Cattedrale ai tanti giovani presenti: Cosa devono fare i giovani? Devono parlare con gli anziani. Così sarete rivoluzionari. 

"Dialogare significa confrontarsi - ha aggiunto il presule - come Gesù tra i dottori nel tempio. Li ascoltava e insegnava. O come Pietro e Giovanni nel mattino di Pasqua. Giovanni precede Pietro, ma poi lo aspetta. Il coraggio di rischiare un balzo in avanti".

A proposito di educazione e istruzione il vescovo ha ricordato le tante spese per gli armamenti e il nono posto dell'Italia tra i produttori al mondo. "Meno armi e più istruzione ed educazione", ha ammonito monsignor Regattieri.

Infine una parola sul lavoro, "indispensabile per costruire la pace", ha aggiunto il vescovo, mettendo in guardia dal lavoro nero e dalle morti bianche. 

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