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Giornata mondiale

Il primo gennaio a Cesena la Marcia della pace

Il ritrovo è previsto alle 15 di lunedì 1 gennaio sul piazzale antistante la chiesa di San Domenico. La Marcia si avvierà alle 15,15 lungo viale Mazzoni per giungere fino alla Cattedrale. A seguire, verranno proposte alcune testimonianze.

Il primo gennaio a Cesena la Marcia della pace

Lunedì 1 gennaio 2018 si celebra anche in Diocesi di Cesena-Sarsina la Giornata mondiale della pace giunta quest’anno alla 51esima edizione. “Migranti e rifugiati: uomini e donne in cerca di pace” è il titolo proposto dal messaggio di papa Francesco.

A Cesena, come da consuetudine, si svolgerà la Marcia della pace. Il ritrovo è previsto alle 15 di lunedì 1 gennaio sul piazzale antistante la chiesa di San Domenico. La Marcia si avvierà alle 15,15 lungo viale Mazzoni, via P. Battistini, via Fratelli Rosselli, via Cesare Battisti, corso Mazzini, piazza Giovanni Paolo II, per giungere fino alla Cattedrale. A seguire, verranno proposte alcune testimonianze.

Nel messaggio che il Santo Padre ha scritto per la 51esima Giornata mondiale della pace, così si legge nel paragrafo intitolato “Quattro pietre miliari per l’azione”:

Offrire a richiedenti asilo, rifugiati, migranti e vittime di tratta una possibilità di trovare quella pace che stanno cercando, richiede una strategia che combini quattro azioni: accogliere, proteggere, promuovere e integrare.

“Accogliere” richiama l’esigenza di ampliare le possibilità di ingresso legale, di non respingere profughi e migranti verso luoghi dove li aspettano persecuzioni e violenze, e di bilanciare la preoccupazione per la sicurezza nazionale con la tutela dei diritti umani fondamentali. La Scrittura ci ricorda: «Non dimenticate l’ospitalità; alcuni, praticandola, hanno accolto degli angeli senza saperlo».

“Proteggere” ricorda il dovere di riconoscere e tutelare l’inviolabile dignità di coloro che fuggono da un pericolo reale in cerca di asilo e sicurezza, di impedire il loro sfruttamento. Penso in particolare alle donne e ai bambini che si trovano in situazioni in cui sono più esposti ai rischi e agli abusi che arrivano fino a renderli schiavi. Dio non discrimina: «Il Signore protegge lo straniero, egli sostiene l’orfano e la vedova».

“Promuovere” rimanda al sostegno allo sviluppo umano integrale di migranti e rifugiati. Tra i molti strumenti che possono aiutare in questo compito, desidero sottolineare l’importanza di assicurare ai bambini e ai giovani l’accesso a tutti i livelli di istruzione: in questo modo essi non solo potranno coltivare e mettere a frutto le proprie capacità, ma saranno anche maggiormente in grado di andare incontro agli altri, coltivando uno spirito di dialogo anziché di chiusura o di scontro. La Bibbia insegna che Dio «ama lo straniero e gli dà pane e vestito»; perciò esorta: «Amate dunque lo straniero, poiché anche voi foste stranieri nel paese d’Egitto».

“Integrare”, infine, significa permettere a rifugiati e migranti di partecipare pienamente alla vita della società che li accoglie, in una dinamica di arricchimento reciproco e di feconda collaborazione nella promozione dello sviluppo umano integrale delle comunità locali. Come scrive San Paolo: «Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio».

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