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Il vescovo Douglas: “Politica è carità e vocazione altissima”

Ieri, domenica 26 febbraio, il ritiro degli operatori impegnati in campo sociale e politico al monastero del Monte

Il vescovo Douglas: “Politica è carità e vocazione altissima”

La commissione diocesana “Gaudium et spes”, dopo gli anni della pandemia, è tornata a proporre ieri, domenica 26 febbraio, il ritiro degli operatori impegnati in campo sociale e politico. L’appuntamento, introdotto da Marco Castagnoli, direttore dell’ufficio diocesano per i problemi sociali e il lavoro, si è tenuto al monastero di Santa Maria del Monte ed è stato guidato dal vescovo Douglas Regattieri. “La politica vocazione altissima”, il tema. Fra i presenti, il sindaco di Sarsina Enrico Cangini, gli assessori cesenati Carmelina Labruzzo e Camillo Acerbi e il segretario generale Cisl Romagna Francesco Marinelli.

Il presule ha iniziato la sua riflessione citando papa Francesco: «La politica, tanto denigrata, è una vocazione altissima, è una delle forme più preziose della carità, perché cerca il bene comune» (Evangelii Gaudium, 205). Ha poi ricordato Pio XI, il primo a parlarne in questi termini, che il 18 dicembre 1927 disse alla Fuci che «la politica è la forma più alta di carità, seconda sola alla carità religiosa verso Dio».

Rifacendosi agli scritti di santa Teresa del Bambin Gesù, monsignor Regattieri ha rammentato che «l’amore è l’elemento connettivo di tutte le vocazioni, anche di quella politica», aggiungendo che «l’amore qualifica la vita dell’uomo», il quale «ritrova sé stesso quando attinge al dono di sé».

Da qui la domanda: «Per un politico cristiano cosa significa che l’amore qualifica il suo servizio?». Per rispondere al quesito, la riflessione del presule è proseguita con vari riferimenti all’enciclica Fratelli tutti.

«Non c’è azione del politico che non ha una ricaduta sulla comunità - ha ricordato - così anche il suo essere amorevole».

Monsignor Regattieri ha messo in luce che un amministratore pubblico è «a servizio di tutti, ma la sua scelta preferenziale deve essere per gli ultimi» e che serve «uno sguardo ampio, al di là della propria comunità». L’amore del politico poi «integra e riunisce». Devono essere fatte delle scelte, ma «la carità politica si esprime anche nell’apertura a tutti. Specialmente chi ha la responsabilità di governare, è chiamato a rinunce che rendano possibile l’incontro, e cerca la convergenza almeno su alcuni temi. Sa ascoltare il punto di vista dell’altro consentendo che tutti abbiano un loro spazio. Con rinunce e pazienza un governante può favorire la creazione di quel bel poliedro dove tutti trovano un posto» (Fratelli tutti, 190). Occorre poi «conoscere bene tutta la realtà prima di prendere delle decisioni».

Infine il vescovo ha esortato i politici ad «avere un amore tenero e gentile», affidandosi alle parole della Prima Lettera di san Pietro (3,16): «Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza, perché, nel momento stesso in cui si parla male di voi, rimangano svergognati quelli che malignano sulla vostra buona condotta in Cristo».

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