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Luca Piscaglia (Distretto della felicità): "Mettere al centro la persona"

Ieri sera l'ultimo incontro di un percorso in quattro serate

Nella foto Luca Piscaglia durante l'incontro di ieri sera, in seminario, a Cesena

"Ci vuole una visione". Dopo l'incontro tenutosi ieri sera al quale ha preso parte come relatore il consulente del lavoro di San Mauro Pascoli, Luca Piscaglia, è risultato evidente a tutti che ci vuole una visione e occorre anche coltivare un sogno.

Durante l'ultima serata delle quattro organizzate dalla Commissione diocesana Gaudium et spes come percorso di quest'anno per la scuola di dottrina sociale della Chiesa, Piscaglia ha raccontato dell'esperienza del Distretto della felicità realizzato nel territorio in cui lui abita e lavora da sempre, San Mauro Pascoli. 

"Nella mia vita ho lavorato troppo - dice Piascaglia -. È un mio grande rimorso. E ho un rimpianto: aver trascorso poco tempo con i miei figli. Allora ho pensato a come poter fare diversamente, se non per me, almeno per chi veniva dopo di me".

Da qui è partito tutto, in un'opera di puro volontariato che il consulente del lavoro porta avanti dal 2013 e ha visto le prime conferme nel 2017. Nel 2019 il progetto si è affermato a livello nazionale. Ne hanno parlato i maggiori quotidiani e Piscaglia è stato invitato a intervenire sulle maggiori reti televisive. 

Ora tutti vorrebbero copiare il modello, persino comuni virtuosi come quello di Trento, dove la qualità della vita è altissima, ma dove si cerca sempre qualcosa di meglio per tutti.

"Il tempo dopo il lavoro - spiega Piscaglia - è tempo di qualità. Oggi un giovane che cerca occupazione non chiede quanto è la retribuzione, ma come si articola l'orario della giornata lavorativa. È un modello di vita diverso, quello cui abbiamo pensato, dove la fretta smette di farla da padrona. Anche gli ipermercati rispondono a un modello basato sul poco tempo disponibile. Così come il continuo aumento delle retribuzioni, necessario per coprire i costi di servizi che potrebbero svolgere le stesse famiglie e con maggiore soddisfazione".

Stop alla formula 8-12 e 14-18 che appartiene al passato. Pausa pranzo corta, magari in mensa, al massimo un'ora, per ritagliare tempo da dedicare alla famiglia e ai figli in particolare. Il venerdì pomeriggio, spesso ricavato da un orario flessibile, è in questo modo il tempo privilegiato per stare con i propri cari. 

Racconta ancora Piscaglia, dalla sua esperienza diretta. "Con questa organizzazione del tempo lavorativo, mi ha detto qualche giorno fa una mia collaboratrice (nel suo studio lavorano 27 donne e tre uomini, ndr), posso pensare di mettere su famiglia. Per me è una grande consolazione. Come quella realizzata con l'investimento di ottomila euro per pagare l'asilo per la figlia di un'altra collaboratrice che ora è uno degli elementi migliori dello studio. Il più bell'investimento della mia vita".

Certo, ci vuole un grande senso di responsabilità, come quello che è chiesto ai lavoratori impiegati con lo smart working. "Nel nostro studio - aggiunge Piscaglia - uno viene a lavorare secondo un suo orario. In questo modo si ottiene moltissimo dai propri collaboratori che ritagliano spazi per loro e per la loro famiglia".

In questa avventura Piscaglia ha coinvolto fin da subito il sindaco di San Mauro Pascoli, Luciana Garbuglia. "I servizi pubblici sono da riorganizzare secondo orari diversi, più confacenti con le esigenze di mamme e papà", aggiunge il consulente. Si tratta di un nuovo sistema di organizzazione. La scuola su cinque giorni anziché su sei, con due rientri pomeridiani. Le banche, gli ambulatori, gli uffici pubblici, i trasporti, i centri diurni: tutto da riorganizzare. "All'inizio le resistenze erano tante, anche da parte degli stessi lavoratori. Ora nessuno vorrebbe tornare indietro, anche i sindacati che adesso sono i primi sostenitori. A San Mauro, su quattromila lavoratori, tremila usufruiscono di questo modello".

"Se ci pensate bene - conclude Piscaglia - quello che abbiamo fatto è una banalità. Non viene replicato da altri perché ognuno pensa a se stesso. Invece se incontrate dei pazzi come il sottoscritto e quelli che mi hanno aiutato in questo progetto, allora tutto può essere possibile".

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