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Vacanzina di Gs. Il racconto e quello che rimane

Sulle tracce di san Francesco e del beato Carlo Acutis

Alcune dei ragazzi alla vacanzina di Gs svoltasi dal 3 al 5 gennaio in Umbria

Un programma intenso quello dei 60 ragazzi di Gioventù studentesca (i ragazzi delle superiori di Comunione e liberazione) di Cesena e San Piero in Bagno, accompagnati da una decina di adulti nella vacanzina svoltasi dal 2 al 4 gennaio. Al centro, la bellezza delle località visitate, da Perugia ad Assisi, da Cortona a Gubbio, ma anche e soprattutto gli incontri, quelli per conoscere meglio san Francesco e il beato Carlo Acutis e quelli dal vivo. Un programma pensato tenendo in mente la domanda che era anche il titolo della vacanza, con lo scopo di far conoscere persone che Lo hanno incontrato, riconosciuto e hanno dato la vita per Lui.

Dopo una prima tappa a Perugia dove alcune guide hanno accompagnato i ragazzi nel centro del capoluogo umbro, all’arrivo in albergo ad Assisi il primo momento è stato dedicato alla vita di Carlo Acutis, ragazzo morto nel 2006 a soli 15 anni, proclamato beato da papa Francesco nel 2020. Alcuni ragazzi si erano preparati sulla vita del beato e hanno raccontato agli altri cosa più li aveva colpiti di questo giovane che aveva un rapporto con Dio tanto semplice e tanto bello da diventare contagioso, per la sua famiglia, per gli amici e anche per tantissimi che non l’hanno conosciuto in vita. “Leggendo la vita di Carlo - racconta Sofia - mi ha colpito di scoprirmi invidiosa del suo rapporto quotidiano e genuino con Dio. Rapporto che per me è una continua lotta, e pieno di dubbi. Mi sono sentita accompagnata in questo mio lavoro, non lasciata sola”.

Il secondo giorno si è aperto con un incontro mattutino con Mariella Carlotti, preside di una scuola in Toscana, che negli anni ha curato tante mostre al Meeting di Rimini. Con il suo modo personale e originale, Mariella ha spiegato ai ragazzi la basilica di Assisi, che sarebbe stata visitata subito dopo. Parlando di san Francesco come “un amico” e raccontando tanto di sé, anche attraverso il suo rapporto con il fondatore del movimento di Comunione e liberazionedon Luigi Giussani, Mariella ha saputo comunicare come queste persone hanno avuto un impatto nella sua vita. Il suo racconto della Basilica a highlights (senza il bisogno di dover spiegare per forza tutto) è stato tanto appassionato da spingere i ragazzi a visitare la basilica di san Francesco andando alla ricerca degli spunti che aveva dato Mariella, tentando di rintracciare quella bellezza che lei aveva messo in evidenza durante l’incontro. “Ciò che più mi ha stupita”, dice con alcuni amici Carlotta, “è che Mariella non ha solo descritto delle opere d’arte, ma ha raccontato di un incontro decisivo per la sua vita, quello con san Francesco. Questo fatto è stato per lei così impattante da spingere anche me a guardare ciò che aveva descritto con più curiosità”. All’uscita dalla basilica, Tommaso esclama: “Che bello scoprire che un santo non è un uomo perfetto, ma uno che riconosce Cristo e si consegna a Lui, con tutti i suoi difetti”.

A seguire, un piccolo tour di tutto il centro della cittadina, passando dal tempio di Minerva alla basilica di santa Chiara, per concludere al santuario della Spogliazione per una visita alla tomba di Carlo Acutis. La giornata si è conclusa con la Messa a Santa Maria degli Angeli, chiesa che ospita la Porziuncola.

Il terzo giorno ha visto un primo spostamento a Cortona, dove il gruppo ha incontrato Luciana, monaca cistercense di origine lombarda che aveva incontrato don Giussani nei primi anni di Gs, a Milano. In questo breve momento di incontro Luciana ha raccontato di sé, della sua vocazione e della sua vita spesa per Cristo, generando tanti interrogativi nei ragazzi, che hanno posto diverse domande alla monaca e hanno continuato a dialogare durante il giorno. “Prima dell’incontro con Luciana - racconta Gabriele - mi chiedevo da cosa nascesse la felicità che provo quando accadono cose belle. Poi Luciana ha detto che tutto il bello che vive avviene perché lei fa tutto per Cristo. Questa frase ha aperto ancora di più la mia domanda, portandomi a parlarne con i miei amici e con gli adulti, per approfondire la mia voglia di senso e avere sempre una strada da percorrere”.

Prima del rientro in Romagna, i ragazzi hanno avuto l'opportunità di visitare il centro di Gubbio, città in cui san Francesco per la prima volta indossò il saio.

Nelle pieghe di questa cronaca, c'è stato il tempo per momenti di gioco, di canto, di dialoghi tra ragazzi e con gli adulti, di domande nate che richiedono un lavoro e una compagnia a partire da oggi, per tentare di rispondere a quell’interrogativo che ha accompagnato questi tre giorni: “Voi chi dite che io sia?”.

adulti di gs.genn.2023

Nella foto gli adulti che hanno accompagnato i 60 ragazzi di Gs durante le vacanzina dal 2 al 4 gennaio

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Vacanzina di Gs. Il racconto e quello che rimane
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