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A 47 anni torna sui banchi di scuola... di teologia

"Ne ho parlato subito con mio marito Nazario che mi ha sostenuto con entusiasmo", così scrive al direttore una parrocchiana di Villachiaviche di Cesena

A 47 anni torna sui banchi di scuola... di teologia

Pubblichiamo la versione integrale della lettera pubblicata in parte a pagine 21 dell'edizione cartacea in edicola da domani.

Caro direttore, a 47 anni sono ritornata a scuola. Sì, a scuola di teologia.
È stata una decisione presa molto rapidamente: la domenica ho letto sul Corriere Cesenate l'articolo che pubblicizzava la scuola diocesana e due giorni dopo, martedì 4 ottobre, sono andata a iscrivermi e a frequentare la prima lezione.
Erano già diversi anni che prendevo in considerazione la possibilità di fare questo percorso, ma i motivi che poi mi dissuadevano erano sempre tanti, fra cui, quello più grande, la fatica di uscire di casa la sera dopo una giornata di lavoro e lasciare i figli ancora piccoli, anche se per una sola volta la settimana.  Ora i figli sono cresciuti e ho pensato che mi sarei potuta prendere una serata per me. Ho mandato un messaggio al nostro parroco, don Daniele Bosi, per chiedergli un consiglio e lui mi ha risposto incoraggiandomi a iscrivermi dicendomi che sarebbe stato molto contento. Ne ho parlato subito con mio marito Nazario che mi ha sostenuto con entusiasmo.

Ho chiesto anche ai miei figli e a loro inizialmente è sembrata una scelta un po' bizzarra: scuola di teologia? Hai già un lavoro, a cosa ti serve? Mica devi andare a insegnare religione? Poi un po' scherzando hanno aggiunto "Se volevi una serata per te potevi andare in palestra o a divertirti con le amiche non a scuola di teologia!". Sicuramente la palestra mi avrebbe fatto bene...sarà un proposito per un altro anno! Ma a parte le battute, ho visto nei loro occhi un po' di stupore ma anche interesse e approvazione.

Le domande dirette e senza filtri dei figli sono sempre quelle più vere e sono servite a rendermi più chiare le motivazioni e i desideri che mi hanno spinto a fare questa scelta.
Da quando sette anni fa don Daniele mi ha chiesto di iniziare a "essere" catechista mi sono buttata con entusiasmo in questa esperienza; oltre alla bellezza e alla gioia di stare con i bambini, mi sono dovuta mettere ad approfondire gli argomenti da proporre ai bambini che Don Daniele ci indica come fondamentali per ogni classe.
Più approfondisci, più ti accorgi di non sapere tante cose ed è così che è aumentato il mio desiderio di conoscere meglio la Sacra scrittura, la Liturgia e tanti altri aspetti che sentivo potevano avvicinarmi ad una Comunione ancora più profonda con Gesù.

L'interesse ad approfondire le mie conoscenze teologiche sono dovute soprattutto alle ricche omelie di don Daniele, sempre così profonde e piene di dettagli, di storia, di spunti per la riflessione personale e di passione che è capace di trasmettere a chi ascolta; per questo lo ringrazio sinceramente.
Ed è con questi sentimenti e stati d'animo che ho iniziato il mio percorso.

La prima sera eravamo solo sette iscritti, ma già dalla seconda settimana le iscrizioni sono aumentate e ora siamo circa 20 persone, provenienti da diverse parrocchie di Cesena, per lo più catechisti o figure impegnate in altri servizi in parrocchia.
La scuola di teologia diocesana ha una durata triennale: le lezioni si svolgono ogni martedì sera presso la sede del seminario di Cesena dalle ore 19:30 alle 22:30 da ottobre a maggio. Ad ogni anno sono previsti 7 corsi con un piccolo esame/colloquio di verifica finale per ogni corso.
Le materie previste in questo primo anno sono: Introduzione alla Sacra Scrittura, Storia della filosofia, il mistero di Dio, Teologia fondamentale, Teologia spirituale, Liturgia e Morale fondamentale.
Il primo corso che ho frequentato è stato quello di Introduzione alla Sacra scrittura tenuto da monsignor Walter Amaducci.
È stata una lezione bellissima e il tempo sui banchi è volato fino al suono della prima campanella.

Ricordo che ha esordito dicendo: "Vi sentite ignoranti in tema di Sacra scrittura? Se siete qui molto probabilmente si; ma ne conoscete anche troppa se volete diventare santi. E ci ha fatto l'esempio di Sant'Antonio, che solo ascoltando un breve brano del Vangelo, è stato in grado di cambiare radicalmente la sua vita e diventare veramente Santo, proprio come ci ha ricordato Don Daniele pochi giorni fa.
Ogni domenica abbiamo un banchetto ricchissimo, quello della parola di Dio che ci interpella sempre e l'invito è quello di portarci a casa almeno una parola, una risposta, un proposito.
A dicembre è arrivato anche il primo colloquio, con un po' di emozione ma anche con la serenità e la consapevolezza di sapere che stavo facendo qualcosa per me, per arricchirmi spiritualmente, quindi non importava il voto. Ho considerato questo momento come un'opportunità per "gustarmi" ancora meglio quanto avevo ascoltato e fare un piccolo bilancio.

Qualche giorno prima i miei figli, vedendomi leggere e studiare i miei appunti e le dispense, sono stati curiosi di vedere quali erano gli argomenti e mi volevano interrogare...la situazione si stava ribaltando!
L'esame è andato bene e mi ha dato un ulteriore slancio ad andare avanti nonostante il percorso sia abbastanza lungo.
Ad oggi sono contenta di questa scelta: tutto ciò che ascolto in quelle lezioni lo accolgo come un dono, con la maturità che mi fa comprendere i miei limiti e con l'obiettivo di continuare il mio servizio in parrocchia con una fede più consapevole.
In ognuno di noi è racchiuso un bisogno di senso e di Verità, che solo Gesù può soddisfare; ognuno ha il suo personale modo di avvicinarsi e sentirsi unito a Lui; questo è il mio percorso ma ci sono tanti altri modi.
A tutti Gesù invita a scoprire il proprio originale cammino, dà la forza per combattere la tiepidezza, la pigrizia, ad alzarsi dal divano come direbbe il nostro don.
Spero di stimolare i miei figli adolescenti a continuare sempre la loro ricerca personale per vivere in Comunione con il Signore, che è il vero scopo per cui siamo stati pensati e voluti.
Anche San Pietro ci esorta "Siate sempre pronti a render conto della speranza che è in voi": è anche attraverso una fede più consapevole e il confronto critico che possiamo testimoniare la nostra Vera Speranza a cui tutti siamo chiamati.

Barbara Alessandri - Villachiaviche di Cesena

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