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Andrea Rossi: "credere nelle edicole innovative"

Il leader della lista civica Cambiamo appoggia la proposta di Cesena Siamo Noi: “Soluzione ideale per risollevare un settore in crisi”

Andrea Rossi: "credere nelle edicole innovative"

Caro direttore, 

approfitto volentieri della mozione di Cesena Siamo Noi per tornare su un problema molto sentito nella nostra comunità e, forse, mai adeguatamente affrontato dalle istituzioni, quello della crisi endemica delle edicole cittadine. 

La mia esperienza professionale mi porta ovviamente a rimarcare l’importanza della tecnologia ma - assodato che il progresso resta un fenomeno ineluttabile che non può essere in alcun modo arrestato - sarebbe un errore considerare la transazione digitale come un “nemico” dei prodotti editoriali. 

È chiaro che certe innovazioni vanno gestite ma, come l’e-commerce non può essere considerato il sicario del commercio, allo stesso modo anche i supporti informatici non possono cancellare con un colpo di spugna l’importanza della carta e dei giornali. 

Anche perché la mia esperienza imprenditoriale, dal Teatro Verdi alla Cantera fino al Caffè Letterario, mi porta inerzialmente verso le relazioni e la socialità, verso un mondo di incontri, luoghi e contenitori di persone che, anche nell’era delle chat e delle relazioni social, ricercano luoghi fisici in cui ritrovarsi. Lo chiedono i giovani e lo chiedono, soprattutto, gli anziani che sono quelli che, più di tutti, rischiano di essere emarginati in una società sempre più proiettata nella rete e sempre meno nelle piazze. 

Per trovare un punto di equilibrio fra digitalizzazione e vita reale, uno dei contenitori strategici potrebbe essere proprio l’edicola innovativa, ovvero un’attività avvinta alla sua storia ma rivisitata in chiave moderna. 

È un progetto che avrebbe quattro obiettivi: in primis, offrire nuove opportunità di lavoro; secondo l’aspetto informativo e culturale, ovvero preservare i giornali ed il rito della lettura dando vita ad un presidio a difesa della storicità e della memoria; il terzo aspetto è quello relazionale e sociale, che va sempre alimentato soprattutto tra le fasce più deboli della popolazione; quarto ed ultimo aspetto il presidio del territorio, ovvero nuove insegne accese per garantire sicurezza anche in quegli angoli della città che, anno dopo anno, si stanno gradualmente spegnendo. 

Premesso che il punto centrale resta sempre la sostenibilità economica, non c’è dubbio che l’edicola debba evolversi e, anziché avviare anacronistiche crociate anti-digitale, riallinearsi ai tempi moderni per offrire alla comunità anche nuovi servizi, E allora, accanto alla rituale vendita dei giornali, si potrebbe implementare l’offerta libraria e magari arricchirla con un servizio di caffetteria e, laddove gli spazi lo consentono, pensare anche a proposte di ristorazione. In questo modo, con un bouquet diversificato di servizi, molte edicole potrebbero ritrovare ossigeno ed invertire quel trend di perdite che, ormai puntualmente, porta alla loro chiusura. 

L’amministrazione comunale, che pure non deve mai sostituirsi all’imprenditore, dovrebbe sentire il dovere di sostenere questi progetti, anche nei suoi interessi. Perché i servizi al cittadino non sono un’esclusiva del pubblico e, con la giusta concertazione, possono essere anche delegati al privato. Dunque, decentrando nelle edicole alcune incombenze amministrative, si aumenterebbe l’appeal di questi nuovi presidi e, nel contempo, si alleggerirebbero alcune attività comunali favorendo, nell’interesse dei cittadini più fragili, le cosiddette politiche di prossimità. 

Andrea Rossi

Lista civica Cambiamo

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