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Coronavirus e senza fissa dimora. Il racconto di Giorgio Pollastri

"Allora, questa mattina sono andato a Cesena in ospedale - racconta Pollastri - a prendere una persona che poteva essere dimessa giorni fa, ma non veniva fatta uscire perché è senza nessuno. Era solamente con il camice ospedaliero, senza ciabatte e con solo il copriscarpe in plastica"

Foto Antonio Manidi

Giorgio Pollastri, della comunità papa Giovanni XXIII, come abbiamo scritto ieri, oggi è andato ad accogliere un senza fissa dimora che veniva dimesso dall'ospedale "Bufalini" di Cesena. Questo un suo scritto buttato nero su bianco di getto, dopo il primo impatto. Sono parole anche dure, per tutti noi.

Francesco Zanotti

Caro direttore, eh già. Allora, questa mattina sono andato a Cesena in ospedale a prendere una persona che poteva essere dimessa giorni fa, ma non veniva fatta uscire perché è senza nessuno. Era stato ricoverato 30 giorni fa perché lo hanno trovato steso a Cesenatico su un marciapiede sfinito e pieno di tanti insetti. E siamo nel 2020.

È un senza fissa dimora che con la chiusura di tutto non riusciva a trovare più niente per vivere ed è crollato a terra. In quell'occasione avvisarono il 118 e con tante precauzioni, pensando fosse infetto dal virus, venne portato al reparto Covid del "Bufalini". L'hanno rimesso a posto. Gli hanno fatto per due volte i doppi tamponi ed è sempre risultato negativo.

Come già ti dicevo ieri, mi hanno chiamato e mi hanno chiesto se potevo fare qualcosa. Dall'ospedale non lo dimettevano perché non lo voleva nessuno. Questa mattina sono andato a prenderlo per portarlo a Cesena, nella nostra casa di accoglienza notturna, in episcopio. I medici mi hanno spiegato, mi hanno dato alcune medicine ecc. Poi è arrivato anche lui e gli dico: va a vestirti che andiamo. Era solamente con il camice ospedaliero, senza ciabatte e con solo il copriscarpe in plastica che ci si mette quando si va in rianimazione. Sotto tutto nudo e con dello schotch per chiudere il camice, dietro.

Ho sentito l'umiliazione di un uomo così che mentre camminava con me, per uscire dall'ospedale non aveva neanche le mutande addosso ...

Ho provato una vergogna profonda. Non è possibile e non è giusto, mi sono detto. Non conta quello che nella vita una persona può avere fatto...

Ciao, Francesco, e perdonami lo sfogo.

A presto.

Giorgio Pollastri

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