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emergenza sanitaria e preghiera

Coronavirus. La preghiera del Papa ha scosso i cuori di tanti. I versi di Franco Casadei, medico e poeta

Quel venerdì sera, 27 marzo, davanti alla piazza vuota, con regista Dio

Foto Vatican Media/SIR

Caro direttore,               

ho letto con grande attenzione  l’intervento di M. Michela Nicolais sul Corriere Cesenate uscito giovedì.

Ho seguito come un avvenimento storico la serata in piazza San Pietro, come accadesse qualcosa che non era mai accaduto prima.

Ti dirò che ho nel cuore, negli occhi e nella memoria una serata straordinaria in cui incombeva la presenza di Dio dentro un dramma quale quello che viviamo, con il buio, la pioggia, il silenzio, come fosse stata la scenografia di un film: regista Dio. 

Ho cercato di raccogliere alcune riflessioni che vengono dal cuore e dalla meditazione quello che mi ha attraversato e che non dimenticherò. Che la Chiesa e gli uomini tutti non dovrebbero mai dimenticare.

Franco Casadei - Cesena

Un uomo solo in San Pietro, la sera

                                      (27 marzo 2020)

 

Piazza San Pietro

sottratta alla sontuosità consueta,

l’abbraccio del Bernini ad un deserto.

 

Nel silenzio della solitudine

un uomo prostrato su un altare,

un Papa che prega, solo, sul sagrato,

la piazza di Roma spettrale e immota

un cielo plumbeo che rimanda

al clima desolato del Calvario.

 

Un’istantanea tramandata ai giorni della storia.

 

Da settimane navighiamo fra onde indomite

davanti a un nemico che ci scardina la vita,

sperduti su barche alla deriva

come gli antichi naviganti a rincorrere le stelle.

 

Il Papa col passo lento e assorto,

lo sguardo smarrito fra riverberi di fuochi,

la voce turbata sulla piazza desolata

tuttavia gremita di un popolo mancante.

 

La paura si fa grido: Signore, ci sentiamo perduti!

Ma come a Tiberiade – un miracolo –

Dio aleggiava nel sussurro del silenzio,

si avvertiva Dio nell’aria davanti all’ostensorio

dentro il dramma di una sera spopolata.

 

E il grido ripetuto: Maestro, salvaci!

Il Papa ha varcato quel silenzio,

ha baciato i piedi a un crocifisso

che, come un segno, lacrimava

la pioggia che gli irrigava il volto.

 

Un brivido di speranza ha attraversato noi

alla ricerca di un innesto di luce

per la nostra umanità scossa e ferita.

 

Nello scoramento di quel grido

abbiamo percepito, rabbrividente,

qualcosa di sublime che incombeva.

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