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Dalla Russia, una testimonianza di fede contro la guerra

Il testo integrale dell'intervento della russa Nina Belyayeva, deputata del Partito comunista nel Consiglio regionale di Voronezh. La traduzione è di Silvia Ridolfi di Ferrara, originaria di Cesena

Foto SIR

Caro direttore, vorrei sottoporre alla sua  attenzione il caso della russa Nina Belyayeva, che si è dichiarata contraria alla guerra in Ucraina e perciò è stata incriminata e costretta ad espatriare. Il suo caso è stato reso noto da alcune agenzie di stampa, ma non è stato tradotto in italiano un suo eloquente intervento su "The Moscow Times", che invece varrebbe la pena diffondere (e per questo l'ho tradotto io). A me è sembrata una testimonianza di fede molto edificante. Se valuta che possa trovar spazio sul vostro settimanale, che seguo ed apprezzo, la ringrazio di cuore.

Silvia Ridolfi - Ferrara (originaria di Cesena)

Cara Silvia, lascio spazio alla sua traduzione. Il testo integrale è disponibile sul nostro sito www.corrierecesenate.it, sezione Lettere. Grazie a lei e alla prossima.

Fz

Ecco di seguito, in parte, l’articolo di Nina Belyayeva apparso sul quotidiano online “The Moscow Times”, 8 aprile 2022 (tradotto dall’inglese) Nina Belyayeva, deputata del Partito comunista nel Consiglio regionale di Voronezh (Russia sud-occidentale), col quale si è pronunciata contro la guerra in Ucraina durante una sessione del Consiglio: «Sono contraria alla decisione presa dal presidente Putin e a quanto sta accadendo oggi sul territorio dello stato sovrano dell’Ucraina. Considero quanto sta avvenendo un crimine di guerra». Dopo la dichiarazione di Belyayeva, i deputati hanno richiesto la sua espulsione dal Consiglio poiché i suoi sarebbero “discorsi diretti contro la nazione”. I deputati l’hanno anche rimossa dalla Commissione sull’Etica e hanno chiesto alla Procura di valutare le sue azioni. A quel punto, Belyayeva ha lasciato la Russia.

 

Non avevo programmato il mio discorso, non sapevo neppure che si sarebbe discusso di me in Consiglio. La questione è stata sollevata perché avevo pubblicato dei post contro la guerra, e qualcuno si è lamentato. Il deputato Vyacheslav Zhukov del partito filo-governativo Russia Unita riteneva i miei post non coerenti con l’etica parlamentare e ha proposto di discuterne nella sessione del 22 marzo. Mentre lui stava leggendo la sua interrogazione, io mi chiedevo cosa avrei fatto: ribadire la mia posizione o rifiutare di commentare? Decisi che sarebbe stato un vero peccato non cogliere l’opportunità per dire forte e chiaro perché sono contro la guerra, perché la ritengo un crimine, e chiedere la pace e il ritiro delle truppe. Se fossi rimasta in silenzio, avrei perso il rispetto per me stessa. Non sarei più stata veramente cristiana e umana. Sarebbe stato un tradimento. Mi ha molto sorpreso il sostegno che ho ricevuto dopo la sessione. Tante persone diverse mi hanno scritto, non solo da San Pietroburgo e da Mosca, dove molte persone protestano. Tanti abitanti di piccole comunità nel nostro distretto mi hanno scritto: «Prima della tua presa di posizione, pensavo di essere l’unico qui a pensare così come te». Molti mi hanno detto che il mio intervento li ha aiutati ad avere il coraggio di parlarne ai loro parenti.

Molte persone mi hanno ringraziato per ciò che ho detto di Dio, del perché un cristiano non può essere a favore di questa guerra. È stato molto importante per la gente sentire questo, specialmente perché il patriarca Kirill si era appena pronunciato in favore di questa guerra fratricida, sebbene la Chiesa Metropolita di Kyiv faccia ancora parte del patriarcato di Mosca. Dunque, era molto importante per la gente sentire che la guerra è sbagliata da un punto di vista cristiano. Era importante per i cristiani sentire che il Patriarca, o il presidente (che dai media viene spesso mostrato in chiesa con una candela in mano), o che altre persone che loro rispettano, possono sbagliare. Bisogna chiedersi: Che cosa direbbe Gesù Cristo? Devi chiederti: Tu vorresti essere “liberato” in questo modo? Avere qualcuno che entra in casa tua con questo tipo di “liberazione”, di “amore fraterno”? Se non ti piacerebbe, allora devi trattare un altro. Paese come vorresti essere trattato tu: rispettare la sua sovranità, rispettare la sua scelta, non ammettere neppure l’eventualità che venga qualcuno a cercare di cambiare il governo eletto legittimamente, dettare cambiamenti nella costituzione, e distruggere città e persone.

Mi hanno scritto anche comunisti e persone di sinistra. È stato importante per loro che qualcuno con una visione simile alla loro fosse contrario alla guerra. La propaganda adesso sta cercando di convincere la gente che sono contrari alla guerra solo i liberali, un gruppo minoritario secondo le autorità. Non importa quali sono le tue convinzioni politiche, se sei una persona normale, sarai contraria alla guerra. Dopotutto, che tu sia socialista o comunista, sarai a favore dell’amicizia tra le nazioni. Sostieni i diritti sociali, sei a favore della prosperità, dello sviluppo. Ovviamente, una guerra di aggressione è incompatibile con tutto ciò. Se sei un vero nazionalista russo, sarai contro la guerra perché vuoi che la nazione e la cultura russa prosperino. E questa guerra è un genocidio non solo per il popolo ucraino, ma anche per il popolo russo, perché dei ragazzi, dei giovani uomini che avrebbero potuto avere dei figli, vengono uccisi e lasciati là. La guerra è devastazione economica, che a sua volta ridurrà la popolazione russa. La guerra scredita il popolo russo, la cultura russa e la lingua russa agli occhi del mondo. Ha detto bene Zelensky che Putin in realtà sta “de-russificando” l’Ucraina e il mondo intero. Indipendentemente dalle proprie convinzioni politiche, qualunque essere umano è contro la guerra, cioè se sono patrioti e non dei bruti corrotti.

Purtroppo io non sono più in Russia. Non sono fuggita per le minacce ricevute sui social network: in quanto deputata, ne ricevo tante, da fanatici imbevuti di propaganda. Sono fuggita perché rischiavo l’incriminazione e l’arresto. Posso dire con certezza che non mi pento di quel che ho detto. È vero che lasciando la Russia, la mia vita quotidiana è diventata meno comoda. A casa mia potevo vivere meglio di adesso. Ma le proprie comodità non possono avere più valore della vita di un altro essere umano. Cosa mai può essere più prezioso della vita e della salute della gente che adesso sta morendo in Ucraina, delle donne e dei bambini violentati dai soldati russi? Non riesco a immaginare cosa ci sia nella testa di chi, per avere un po’ più benessere (ad esempio per una lavastoviglie) è pronto a giustificare l’assassinio e a proclamare in tutto il paese che la Russia sta liberando l’Ucraina quando in realtà la Russia ha portato distruzione, dolore, assassinii e l’orrore della guerra a quel Paese. Questo per me è semplicemente inaccettabile. Non mi pento di nulla perché sono in pace con la mia coscienza. E questo vale più del benessere. Anche se solo poche persone nel distretto di Semiluk mi hanno sentito, direi nuovamente le stesse cose.

Nina Belyayeva, deputata del partico comunista al Consiglio distrettuale di Semiluk, regione di Voronezh

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