Don Claudio, prete che si faceva prossimo. Nulla va perduto

Don Claudio... mi si affollano mille ricordi e momenti degli oltre 11 anni in cui sei stato il nostro cappellano a Sant’Egidio di Cesena, dal 1979 fino al 1991, quando poi sei andato parroco a Madonna del Fuoco

Desidero sottolinearne due.

Ti sono stata sempre accanto nel catechismo e altro con i ragazzi delle Medie. Ci tenevi molto a preparare nel modo più attento possibile ogni percorso e ci “perdevi” tanto tempo con passione e affetto. Tornavi spesso dalle librerie cattoliche di Cesena e Rimini con sportine piene di sussidi, quaderni attivi, schede relativi a quell’età. Ti dicevo: “Don, ti spendi tutto lo stipendio!” e tu ribattevi: “E’ un’età troppo importante e potrebbe decidere gli anni futuri di questi preadolescenti. Noi dobbiamo investirci al massimo con Gesù e con ogni aiuto possibile”.  Ho sempre pensato che questa passione transitasse nei ragazzi, poiché in quegli anni i gruppi delle Medie erano sempre assai numerosi.

Eri prete che si fa prossimo. Tu don Claudio eri ormai da 16 anni diventato parroco di altre parrocchie, ma in un momento difficile di grave malattia senza speranza di mio marito (uno di quei momenti in cui le persone un po’ sono frenate e quasi si allontanano...), in un caldissimo pomeriggio di una domenica di luglio, hai suonato alla nostra porta e hai semplicemente detto: “Ciao. Posso farvi un po’ di compagnia?”. E davvero sei stato insieme a noi, ci hai voluto bene donandoci due ore di bellissimi ricordi di campi scuola, gite, incontri vissuti insieme in quegli anni ormai lontani. Ti sei davvero fatto prossimo per noi... eri stato mandato da Gesù.

Nella foto: camposcuola del 1983, don Claudio e don Adamo