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Fondamenta interviene sul comunicato del Consiglio pastorale diocesano e di quello delle aggregazioni laicali

La risposta del direttore: "Cosa significa essere laici?"

Il gruppo di Fondamenta 2020

In merito all'intervento del Consiglio pastorale diocesano e del Consiglio diocesano delle aggregazioni laicali pubblicato ieri (cfr pezzo a fianco) è arrivata in redazione una lettera da parte del gruppo Fondamenta di Cesena.

Di seguito il testo cui segue una risposta del direttore Francesco Zanotti.

Caro direttore, leggiamo che la Diocesi si è detta contraria all'adesione del Comune di Cesena a "Ready" (Rete anti discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere), una rete nazionale a cui possono aderire le istituzioni locali; la proposta era stata approvata dal Consiglio Comunale come atto di indirizzo politico il 30 luglio.
La motivazione sarebbe il rischio di "promozione di progetti nelle scuole sull’identità di genere” e "di ottenere gli effetti che si sarebbero raggiunti con il cosiddetto Ddl Zan, imponendo a livello amministrativo quanto non ottenuto a livello nazionale”.
Occorre allora ribadire alcune cose: L'Italia è uno stato laico per cui le varie associazioni possono assolutamente dire da propria sui diversi temi, ma le Istituzioni non devono lasciarsi orientare da influenze di tipo religioso nelle proprie scelte.
Alla Rete Ready aderiscono già altre istituzioni locali, come la Regione Emilia-Romagna e i comuni di Forlì e Rimini.

Sarebbe auspicabile invece che venissero fatti progetti a tutti i livelli, a partire dalle scuole, di educazione affettiva, sessuale e in cui si contrastino le discriminazioni (siano per orientamento sessuale, genere, credo religioso, provenienza ecc).

Crediamo che il comune di Cesena debba tornare a concedere il patrocinio al Pride della Romagna, così com'è fatto nel 2019 anche sotto nostra richiesta. Ai Pride partecipano da sempre anche persone eterosessuali e qui si chiedono pari diritti per tutte e tutti (anche per questo non si chiamano più, da anni, Gay Pride ma solo Pride).

Infine, dispiace vedere come anche la Chiesa locale non abbia capito (o non condivida?) le finalità del Ddl Zan, che mirava a contrastare le discriminazioni sulla base dell'orientamento sessuale (etero, omo e bisessuale), del genere (quindi anche contro le discriminazioni alle donne) e dell'abilismo (quindi verso le persone disabili).Questo genere di iniziative possono aiutare a rendere concreti valori come l'uguaglianza, la fratellanza e l'amore per il prossimo, su cui anche il Cristianesimo ci sembra si basi.

L'augurio è che il Comune di Cesena aderisca presto alla Rete Ready mettendo in campo azioni concrete che aiutino ad avere una città più aperta, inclusiva, accogliente.

Fondamenta - Cesena

Cari lettori, intanto vi ringrazio per l'attenzione che avete dato al comunicato diffuso ieri dalla Diocesi e pubblicato sul nostro sito. Il testo integrale si può leggere qui a fianco. Anzi, vi invito a rileggerlo con attenzione. Il Consiglio pastorale diocesano e il Consiglio diocesano delle aggregazioni laicali hanno messo in guardia da possibili rischi. È come se avessero alzato un semaforo arancione. Dietro a certe affermazioni e a certe teorie possono riscontrarsi concezioni dell'uomo sulle quali credo sia possibile discutere e prendere posizioni diverse. Penso che questo sia assolutamente legittimo, come anche voi scrivete. 

Mi permetto solo un'annotazione sullo Stato laico e sulle influenze religiose da voi citate. Cosa significa sostenere che l'Italia è uno stato laico? Cosa sarebbero le influenze di tipo religioso? Può esistere una persona capace di fornire un giudizio senza essere condizionata dal suo pregresso, dal suo vissuto, dalla sua storia, dalla sua famiglia, dai suoi studi, dalle amicizie, dalla latitudine e dall'ambiente in cui vive? E poi, un credente non sacerdote, come il sottoscritto, cosa sarebbe? Un laico o un appartenente al clero? Un cittadino italiano sì o no? Anche se credente? Sì, perché il laico, ripeto, è colui che non appartiene al clero. Allora, direi, facciamo chiarezza e non mettiamo etichette. Laici siamo tutti noi che non siamo sacerdoti, credenti e non credenti. E ciascuno di noi ha una sua visione dello Stato, dell'amministrazione pubblica, di quartiere, comunale e oltre. Il resto appartiene a un vecchio modo di dividere le persone per categorie precostituite, in questo caso i credenti che si dovrebbero astenere, forse si pensa, di intervenire, e anche di cercare di indirizzare la politica, su temi che riguardano tutti, credenti e non credenti, appunto.

Alla prossima

Francesco Zanotti

zanotti@corrierecesenate.it

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