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Gambettola piange lo storico fotografo Ricci

Il ricordo di un amico: "Sempre schietto e sincero"

Ettore Ricci

Lo scorso 7 gennaio è morto a 88 anni Ettore Ricci, storico fotografo di Gambettola. Di seguito, pubblichiamo il commosso ricordo dell'amico Roberto Brandolini.

***

Un messaggio inaspettato e purtroppo doloroso: è morto Ettore. Al primo momento di sconforto la mente ha cercato di porre rimedio srotolando il nastro dei ricordi.

Un amico di vecchia data; una conoscenza casuale poi trasformata in un rapporto di amicizia e di stima reciproca che ci ha accomunati per quasi sessant’anni. Per dire come ci siamo incontrati occorre fare una breve premessa.

Ettore Ricci, fotografo, originario di San Mauro Pascoli, nel 1958 apre a Gambettola un negozietto di articoli fotografici ubicato sotto i portici. Foto Ricci era l’unico del suo genere in paese e per molti anni tale è rimasto.

Nel 1961 si trasferisce nello stabile sul lato sinistro della piazza della chiesa dove solo i gambettolesi di una certa età possono ricordare che lì c’era anche il negozio di cancelleria di Bertaccini, il negozio di moda di Pino Colinucci, Foto Ricci, il negozio di mobili di Bianchi e l’ufficio della “Toro Assicurazioni” gestito da Delfo Zavaglia. E in quell’ufficio io, giovane studente, durante le vacanze estive 1962, andavo a dare una mano. 

Amarcord che nei momenti di stanca ci si trovava a parlare davanti all’ufficio e così ebbi modo di conoscere Ettore. Col tempo iniziò a parlarmi del suo lavoro e tanto disse e tanto fece che riuscì a farmi appassionare alla fotografia. Io che ero negato per la fotografia!

Mi diede una macchina reflex invitandomi ad usarla. Mi fece entrare nella “camera oscura” e durante la stampa mi indicava gli errori e le soluzioni per evitarli. M’insegnò a sviluppare le pellicole, mi fece scattare le prime fotografie ai matrimoni.

La frequentazione del suo negozio divenne per me un’abitudine al sabato e alla domenica mattina.

Era uno spasso ascoltarlo quando rispondeva alle lamentele di un cliente che non era soddisfatto di come era venuto nelle foto tessera. Alla fine, con la franchezza che l’ha sempre contraddistinto in dialetto diceva: “Mo’ tat si guardè te spec?” (ma ti sei guardato nello specchio?). E così si alienava la simpatia di non pochi clienti, ma lui si è sempre comportato nello stesso modo. Quello che si sentiva di dire lo diceva in modo chiaro e in qualsiasi circostanza, anche in pubblico. E molti per questo non lo vedevano di buon occhio anche perché quello che diceva era a ragion veduta e, si sa, la verità spesso fa male.

Tuttavia, in breve tempo, nel negozio di Ettore, si formò un gruppetto di appassionati fotografi. Ne ricordo tre in particolare: Saverio Forlivesi, Sergio Bartolucci e Claudio Biondi.

A me restano non solo cari ricordi ma anche tante fotografie scattate grazie alla generosità di Ettore. Un amico al quale ho sempre dato del “lei” e che per questo mi rimproverava, tanto più che lui dava del “tu” a tutti.

Un amico personale prima, diventato poi amico di famiglia e rimasto tale fino ai giorni nostri. Un amico schietto e sincero che mi gratificava con le sue visite sempre gradite.

Grazie, Ettore, per essermi stato amico. Con te sicuramente se ne va una parte della mia storia, ma si può ben dire che con Ettore se ne va anche parte della storia del nostro paese.

È un momento molto triste ma mi consola il pensiero che ora tu sia in compagnia di altre care persone, tra le quali senz’altro Saverio e il buon Sergio che, scomparsi prematuramente, molti di noi ricordano ancora con affetto.

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