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2 novembre

Gli oltre mille anni della commemorazione dei defunti

A Gatteo, come in altre parrocchie della diocesi, esisteva una compagnia del Suffragio 

foto SIR/Marco Calvarese

Caro direttore,

poco più di mille anni fa, nel 998, in Francia, nell'abbazia benedettina di Cluny fu istituita la commemorazione dei fedeli defunti che ricorre ogni anno il 2 di novembre.

Fu l'abate Odilone - dietro insistenza di un pio eremita dei dintorni di Napoli - col grido "Ricordatevi dei morti" a richiamare alla memoria quel monito che suscita nel cuore di tutti, appartenenti o meno al mondo cattolico, il desiderio di rendere omaggio a coloro che con la loro dipartita si sono incamminati per quella via che è di noi tutti.

A Gatteo, come in altre parrocchie della diocesi, fin dal 1673 esisteva una compagnia del Suffragio che seguitò per più di due secoli e ricordò nel 1898 il nono centenario dell'istituzione della festa dei defunti con un triduo nella chiesa parrocchiale di Gatteo per l'occasione "convenientemente addobbata". Vi furono, alla presenza dell'allora vescovo di Cesena, monsignor Alfonso Vespignani, speciali funzioni in suffragio delle anime del purgatorio, sia al mattino che alla sera.

In tempi passati questa ricorrenza risvegliava anche riti antichi misti al sacro e al profano come il non sparecchiare la tavola la sera della vigilia dei morti, lasciando tutto pulito e ordinato per il ritorno dei morti che potevano così sedersi a tavola. Anche i letti si cambiavano a nuovo al mattino, dopo la levata che avveniva prestissimo, perché sempre secondo la credenza popolare i defunti tornavano a riposare nei loro letti dal viaggio dell'eternità. Vi erano e ancora oggi permangono cibi abituali come la fava che si mangiava e si dava anche ai poveri perché pregassero per i defunti.

Con l'influsso della cultura d'oltreoceano, in tempi recenti si è affacciata da noi anche la festa di Halloween, ovvero la festa di Samain, il capodanno celtico, la più importante celebrazione del calendario dei Celti, basato sulla luna che anticamente coincideva con l'inizio della stagione invernale. Queste antiche usanze che avevano lo scopo di rinnovare e purificare la la comunità attraverso la esorcizzazione delle forze negative, per assicurare un anno buono, anche con un grande falò simbolo della purificazione e della sconfitta del male. La festa nel passato durava tre giorni e culminava nella notte precedente il primo novembre, durante la quale si credeva che i morti tornassero alla vita per unirsi ai loro cari nel corso di interminabili banchetti.

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