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I due fratellini morti in Puglia. Troppa indifferenza

Una nuova strage degli innocenti, scrive Guido Pedrelli al direttore dopo la pubblicazione dell'intervento del medico-poeta Franco Casadei

Foto Ansa/SIR

Caro direttore, mi permetta una citazione evangelica. Fra l’indifferenza, quasi generale, in Italia e in Europa, si sta consumando una novella strage degli innocenti. Non passa giorno che gli organi di informazione, mai nelle prime pagine, non diano notizia di bambini uccisi o morti per disgrazia.

Il Mediterraneo è un cimitero di annegati. Secondo Unicef, nei primi sei mesi del 2023 sono stati 289 i bambini finiti in fondo al mare. Terribile.

Nella scellerata guerra in Ucraina sono caduti e cadono sotto le bombe russe centinaia di innocenti, figli di quella terra sfortunata. E se ciò non bastasse, tanti vengono rapiti dalle truppe occupanti alle famiglie e agli orfanotrofi destinandoli in Russia da dove non faranno ritorno.

Ancora. Una bambina a Firenze scompare senza lasciare traccia. Una madre strangola il figlio neonato. E, infine, due bambini muoiono affogati in un bacino di raccolta acque in Puglia. Notizie di cronaca, senza enfasi, quasi fosse routine.

Mi complimento con lei e con il giornale che dirige per lo spazio dedicato a questo evento (cfr pezzo a fianco, ndr) magistralmente corredato dalla bellissima poesia di Franco Casadei. Avete reso ai lettori un servizio unico nella stampa locale e non solo.

Purtroppo lei direttore aggiunge. “Abbiamo appreso che ieri al funerale c’è stata poca partecipazione di popolo”.
Sconvolgente. Ma perché? Poi scopro che i due fratellini Daniel e Stefan erano non solo figli di braccianti agricoli, ultimi nella scala sociale, ma anche di nazionalità rumena. Stranieri. Poveri. Indesiderati. Forse peccherò di malizia, ma mi viene da chiedere se fossero stati italiani, milanesi e di famiglia agiata la reazione della gente e di tutti noi italiani a 360 gradi (per citare la signora Meloni) l’evento avrebbe suscitata la stessa indifferenza? Certamente no. Avremmo avuto decine di Tv, inviati speciali, paginate di giornali, a sommergere gli utenti delle informazioni e a commuovere.

Abbiamo diviso i morti per categorie, quelli da piangere e quelli no.

Da 40 anni, giornali e televisioni costruiscono scandali e notizie false, coinvolgendo addirittura un papa e non so quanti cardinali sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Fatto certamente increscioso. Assolutamente. Non solo ne hanno abusato i media ma anche alcuni familiari che a ogni soffio di vento fanno conferenze stampa e interviste alle Tv. Per la povera Orlandi 40 anni di lutto, non avendo nemmeno la certezza della morte, e per due piccoli, poveri e stranieri, annegati in una vasca in mezzo la campagna pugliese, nessuna evidenza mediatica e funerali caduti nell’indifferenza. Italiani brava gente? Forse una volta. Oggi, pietà l’è morta.

Guido Pedrelli - Cesena

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