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Il Comune proietta un film incestuoso in prima serata: nessuna voce contraria?

Lettera al giornale di Ercole Acerbi (ex assessore provinciale) perplesso sull’avvenuta proiezione in prima serata e ingresso libero al chiostro di San Francesco di Cesena, lunedì scorso, del film di Bernardo Bertolucci “The Dreamers”.

Il Comune proietta un film incestuoso in prima serata: nessuna voce contraria?

Lettera al giornale di Ercole Acerbi (ex assessore provinciale) perplesso sull’avvenuta proiezione in prima serata e ingresso libero al chiostro di San Francesco di Cesena, lunedì scorso, del film di Bernardo Bertolucci “The Dreamers” nell’ambito della rassegna cinematografica “Revolution – Il cinema racconta il ‘68” (promossa da Cesena Cinema in collaborazione con la Biblioteca Malatestiana, la Cineteca di Bologna e Across the movies).

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Caro direttore,

non mi considero un bacchettone e in materia di arte e cinema mi sono sempre rifatto a una "libertà critica" che mi ha permesso di crescere una mentalità sufficientemente aperta. Non riesco però a comprendere (e a giustificare) la proiezione di un film come “The Dreamers” di Bartolucci in programma al chiostro di S. Francesco, nell’ambito della rassegna cinematografica sul '68, aperto a tutti. C'è il ‘68 ma, attenzione, il film non è assolutamente la cronaca di quel periodo, che rimane chiuso fuori dalla finestra dell'appartamento dove tre giovani amici, due fratelli e un amico pescato per strada (in una manifestazione) vivono alcune giornate, nella noia o alla ricerca di ciò che neppure loro sanno. 

Si potrebbero tentare alcune interpretazioni psicologiche e anche psicanalitiche, forse anche intelligenti.  Io riporto solo alcune osservazioni della critica cinematografica (anche se il film mi è ben noto).  “The Dreamers” è il film di un uomo stanco (Bertolucci) che scivola nel tentativo di raccontarci metaforicamente una scandalosa giovinezza. Ormai ha perso il favoloso talento e qui deve ricorrere a scipite immagini in bianco/nero per fare atmosfera  (Cinematografo 2003).  Piacerà agli ex sessantottini, che l'amarcord lo fanno sempre volentieri. Gli esegeti qui troveranno un bel po' di perversioni tra le lenzuola, con particolari che Bertolucci non poteva certo permettersi trent'anni orsono (Carbone). 

Il grande Morandini ironizza "sui due che non cessano di essere uno e di uno che non riesce a smettere di essere scisso in due".  Ci riesce nel finale di... quel che appare un film minore nell'itinerario del suo autore. La goffaggine dei personaggi intacca anche il resto ecc. 

Non invoco la censura, ma il buonsenso. Ma forse sono proprio un bacchettone, cresciuto sulle recensioni del Ccc (Circolo Cinematografico Cattolico) e allora vi propongo una controprova. Andate a vedere il film con un famigliare, un figlio o un nipote. Se superate la prova dell'imbarazzo (e del disgusto) siete più vaccinati di me.  

Saluti.

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