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Il Natale visto dal Venezuela

Scrive dal Venezuela il sacerdote fidei donum don Derno Giorgetti

Don Derno Giorgetti in Venezuela, in una foto d'archivio del Corriere Cesenate

Caro direttore, ti invio alcune riflessioni dal e sul Venezuela, in vista del Natale.

In novembre ci sono state le elezioni dei governatori e dei sindaci: non era difficile indovinare i risultati perché l’opposizione molte volte si è frantumata. E quando si va divisi, anche se fosse solo in due persone, rimane molto difficile vincere; divide et impera, un motto che piace molto al governo. ll tentativo di comprare gli avversari non è certo una possibilità remota. Comunque erano elezioni illegali, indette da organi governativi illegali. Per cui la presenza di osservatori della Comunità europea non ha fatto che avallare il trucco. L’imbroglio avviene prima di votare o dopo quando si contano i voti, non durante.

Quando il governo perde, in alcuni casi, inventa di tutto per annullare o ritardare la vittoria. Per esempio: nello stato Barinas – dove è nato Chavez, il cui governatore, dopo il babbo, era il fratello di Chavez - non è stata riconosciuta la vittoria avversaria; dopo le elezioni, il Tribunale supremo ha dichiarato che il vincitore non poteva essere candidato, per cui bisogna ripetere le elezioni, sarà per il 6 gennaio. Comunque è andato a votare solo il 40% e sarebbero 8 milioni: forse hanno votato anche i 5 milioni che sono fuori paese! Dopo tutto, quelli che sono stati eletti si  sono rimboccate le maniche ed hanno incominciato subito a lavorare, specialmente a  far pulizia: ce n’era bisogno. Passando per la avenida e le nostre strade rimani impressionato dalle varie fontanelle – quasi perenni - per cui bisogna procedere a zig zag.

Ti capita di trovare per terra anche dei soldi: è comprensibile, dopo che sono stati tolti 6 zeri i biglietti di valore più piccolo non servono più. Ormai quello che più si usa rimane il dollaro: da dove viene fuori? Possiamo immaginarlo, poi certamente da coloro che sono all’estero. Quest’anno per Natale la moneta corre un po’ di più, ma tutti ti vogliono vendere in dollari. Ma quant’è lo stipendio minimo mensile? Sui 4/5 dollari. Tutti si arrangiano, tutti si improvvisano commercianti: non ci sono regole, non ci sono tasse d’importazione. Tutto costa come in Italia ed anche più. Ti capita ancora di vedere bambini, adulti ed anche ragazze razzolare fra la spazzatura. In molte case c’è scritto “se vende”. Noto che girano meno moto, in compenso i passeggeri sono aumentati fino a cinque.

Per Natale la gente, di solito, pulisce di fronte a casa; qualcuno – i più benestanti - pittura la facciata della casa –di 6/7 metri-,  le inferriate e le finestre; puoi trovare anche case in estrema povertà. Ti ricevono con gentilezza, entri in cucina, là fuori il focolaio a legna, dentro la caldaia annerita stanno bollendo 6 sardine: il piatto forte del pranzo. Ma sia come sia, siamo a Natale: musica senza fine e bottiglie una dietro l’altra. Grazie al cielo, il sentimento religioso non si è ancora spento, e tutti i giorni si celebra in qualche settore della parrocchia la “Misa de aguinaldo” che è particolarmente allegra e dove non manca mai il tamburo e la condivisione di dolcetti o empanaditas. Don Giorgio, che è il più anziano, si occupa della Messa delle quattro/cinque del mattino, e noi due più giovani, celebriamo alla sera. Presto arriveremo al 24 dicembre e tutto sarà come prima: avremo davanti, da imitare, quaresima e passione di Cristo.

Un abbraccio a tutti voi. Grazie della vostra amicizia.

Buon Natale nel Signore Gesù.

Don Derno Giorgetti - dal Venezuela                                                                        

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