Il reddito di maternità per dare alle donne la possibilità di scegliere

Caro direttore,

ho letto il vostro recente articolo che riguardava la denatalità crescente nel territorio cesenate. È certamente un dato che dovrebbe interrogarci tutti perché è evidente che i figli sono il futuro. Noi come Popolo della famiglia l'abbiamo messo come priorità sia nazionale, sia Europea e sia locale. Anche perché l'Italia ha il primato negativo e se il trend non si inverte siamo destinati a scomparire. Credo che la preoccupazione numero uno di un politico sia la sopravvivenza del suo popolo. Tutti ne parlano ma non vediamo da nessuna parte delle proposte concrete, che non siano una tantum, come un bonus bebè, o un contributo per gli asili, a nostro avviso queste misure non aiutano la natalità, una donna non sceglie di portare avanti una gravidanza perché ha un bonus o un contributo per l'asilo, ce lo dicono i fatti, queste misure non hanno sortito effetto. 

Da novembre 2018 stiamo raccogliendo le firme per una proposta di legge per un reddito di maternità, 1000 euro al mese per i primi 8 anni di vita del bambini alle donne italiane che decidono di dedicarsi esclusivamente alla cura dei figli. Questo è un vero incentivo, sono 96.000 euro e all'arrivo del secondo figlio si riparte a contare, fino a che al quarto figlio diventa un vitalizio, è un vitalizio dal primo figlio se questo è disabile. Crediamo sia una vera proposta concreta che ha l'obiettivo di rivalutare il lavoro a casa delle donne, che non è da considerare un lavoro di serie B ma alla stessa stregua del lavoro fuori casa. Pensiamo sia importante l'apporto della donna nel mondo del lavoro, non vogliamo certo che tutte le donne siano relegate in casa, come qualcuno ci ha accusato, per le famiglie dove entrambi i genitori lavorano proponiamo anche delle misure di avere una priorità nell'accesso agli asili. Ma vogliamo dare un diritto in più alla donna, quello di scegliere se rimane a casa e allevare i figli oppure scegliere di lavorare fuori casa. Oggi questa libertà non c'è, spesso le donne sono obbligate ad andare a lavorare fuori casa anche per meno di 1000 euro come segretarie, addette a call center, a fare le pulizie, ma preferirebbero certamente stare a casa ad allevare i propri figli. Il reddito di maternità è una possibilità che la donna può interrompere quando vuole, e può immettersi nel mondo del lavoro magari avendo dedicato del tempo per la formazione, ma con 96.000 euro in tasca in più oppure appunto diventare nuovamente mamma. 

Il numero di 50.000 firme che è il quorum richiesto è stato raggiunto già a marzo e la proposta sarà consegnata in Parlamento. E' una proposta così bella che noi del Pdf Cesena abbiamo pensato di proporla, in misura ridotta 500 euro per 3 anni, anche nel nostro programma elettorale per le amministrative in attesa che diventi legge dello stato. A quanti ci rispondono facendo il confronto con il reddito di cittadinanza, diciamo che il reddito di maternità non è assistenzialismo, è solidarietà generativa perché i figli sono un bene per tutti, per tutta la comunità. Se abbiamo le cure mediche e gli ospedali gratuiti per tutti, le pensioni lavorative e di invalidità, l'istituto della reversibilità è perché c'è un ricambio generazionale, se non si fa una politica che sia una vera inversione di tendenza tutto questo finirà.

In realtà con le persone con le quali abbiamo parlato questa proposta è piaciuta, chi ci ha osteggiato sono soprattutto coloro che sostengono il diritto all'aborto, perché sanno che questa proposta in modo indiretto combatte anche questa piaga infatti sono sempre più numerose le donne che abortiscono per motivi economici.

Cosa ne pensa? Può essere un aiuto o quantomeno una partenza significativa verso un’inversione di rotta?
Massimo Pistoia, Popolo della famiglia Cesena