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La Confartigianato Cesena scrive: "Non si arresta il rialzo dei prezzi delle commodities. Nostre imprese sotto pressione"

Tante materie prime aumentate più del 100 per cento

Nella foto, Daniela Pedduzza

Sul buon andamento dell’economia, come evidenziato nel 14° reportC ovid-19 di Confartigianato presentato questa settimana, continuano a incombere minacciose nubi di rialzo dei prezzi delle materie prime che interessano un numero crescente di settori e di imprese. Confartigianato Federimpresa Cesena ribadisce le pesanti ricadute sull’attività delle imprese territoriali, specie di certi settori,  dell’escalation del prezzi delle commodities. "Le più recenti rilevazioni a giugno - osserva il Gruppo di Presidenza di Confartigianato Cesena (Stefano Ruffilli, Daniela Pedduzza e Marcello Grassi) mostrano il proseguimento della crescita dei prezzi delle commodities.

Con riferimento alle oscillazioni registrate nel corso della pandemia, nel confronto con l’anno precedente si coglie un segnale statistico di leggera decelerazione. I tassi di crescita rimangono sostenuti: i prezzi in euro rilevati dalla Banca centrale europea indicano per le materie prime non energetiche segnano una crescita del 36,7% su base annua, di cui +52,1% per quelle non alimentari e +23,5% per le alimentari, che ritocca leggermente il +37,3% di maggio. L’esame dei prezzi internazionali, valutati in dollari, del Fondo monetario internazionale mostra un
aumento del +38,3% delle commodities non energetiche, anche in questo caso inferiore rispetto al +44,1% di maggio. L’indice generale delle commodities cresce del 61,9%, trainato dal raddoppio dei prezzi dei beni energetici (+108,3% vs. +132,0% di maggio 2021).

Tra le altre materie prime non energetiche e le principali materie prime alimentari sono più che raddoppiati carne di maiale (+149,7%), pelle (+125,6%) e azoto fertilizzante (+121,5%), è raddoppiato il fosfato di ammonio fertilizzante (+106,9%) e si rilevano aumenti superiori al 20% per mais (+97,6%), semi di soia (+68,6%), olio di palma (+60,7%), gomma (+49,8%), lana fine (+46,1%), zucchero (+45,5%), carne di pollo (+44,5%), frumento (+40,7%), cotone (+39,4%), tronchi di legname di essenze non dure (+25,3%) e legname tagliato di essenze non dure (+20,2%, accompagnato dal +11,9% degli stessi prodotti di essenze dure)".

"Si allarga il perimetro delle imprese che risentono delle tensioni sui costi di acquisto delle materie prime- conclude il Gruppo di Presidenza -. Nei dieci comparti manifatturieri con i più alti saldi sulle attese dei prezzi a giugno 2021 – prodotti metallo, macchinari, mobili, gomma e materie plastiche, legno, tessile, apparecchiature elettriche, carta, metallurgia e prodotti da raffinazione petrolio – e nelle costruzioni, dove non si registravano tensioni sui prezzi così elevate da settembre 2004, si contano numerose micro e piccole imprese nei settori sotto
tensione per il rialzo dei prezzi delle materie prime. Si tratta di un pesante fardello sulla piena ripartenza ancora in convivenza col Covid-19".

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