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Tommaso Magalotti: "Molto significativo, altro che divisivo"

Il cofondatore del Cai a Cesena in una lettera sulle polemiche sorte intorno alla presenza di Croci sulle cime delle montagne

Tommaso Magalotti: "Molto significativo, altro che divisivo"

Caro direttore, in questi giorni sui media si è scatenato il putiferio per delle affermazioni fatte da un responsabile della stampa ufficiale del Club alpino italiano sollevando la rivolta non solo nei soci in campo nazionale, ma anche da esponenti politici del nostro Governo.

Chi ha sostenuto certe tesi (si è dichiarato ateo) equivocate come fosse il pensiero dell'attuale Consiglio centrale del Cai, si è già dimesso dai suoi incarichi dichiarando di essere stato malamente frainteso. Ma va detto che di tanto in tanto, anche nel recente passato qualcuno l'ha sollevato il problema se di problema si tratta, non dimentichiamolo.

La materia del contendere è la presenza di Croci sulle cime delle montagne: giustezza della loro presenza, l'inopportunità della loro presenza perché concettualmente divisiva, la salvaguardia di quelle presenti ma il divieto di innalzarne di nuove.

Apriti cielo. Una reazione incredibile ovviamente contro i fagocitatori del cosiddetto "pensiero unico"... Come del resto e per altro verso la solita storia dei "Crocifissi" nelle scuole e nei pubblici uffici tribunali compresi, il no al presepio nelle scuole e il no a sottolineare certe tradizionali ricorrenze cristiane, solo per citare alcuni esempi.

Nel mio archivio (sono tra l'altro cofondatore del Cai a Cesena) ho la foto che ti trasmetto allegata: l'allora vescovo di Cesena monsignore Luigi Amaducci sotto la grande croce di vetta del Catinaccio raggiunta legato alla corda di Sergio Ricci (primo a destra) del Cai Cesena che gli fece da guida come in diverse altre scalate dolomitiche. Era il mese di agosto dell'anno 1985.

Una foto che - per quanto sopra detto - ritengo oggi interessante pubblicare per la citata polemica nazionale, rammentando che anche grandi alpinisti notoriamente agnostici, hanno abbracciato addirittura piangendo quella Croce di vetta sulle montagne a conclusione di una loro grande impresa alpinistica solitaria e invernale. E ciò è molto significativo, altro che divisivo.

(Vedi Walter Bonatti, nuova via invernale e in solitaria sulla parete nord del Cervino, febbraio 1965).

Tommaso Magalotti, Cai Cesena e Ana gruppo Mazzoli

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