La Messa della Pace al Monte della Croce

Domenica 11 giugno, alle 17.30 si celebrerà la santa Messa della Pace presso il Monte della Croce, situato lungo il confine che corre tra la Parrocchia di Sogliano al Rubicone e quella di Rontagnano. Entrambe le parrocchie sono le promotrici dell’evento. Ci si ritroverà per un’occasione di raccoglimento, di crescita, di confronto, di preghiera e di riflessione relativamente a quanto sta accadendo ai confini d’Europa e non solo. Si invocherà la pace e la cessazione della brutalità della guerra, che continua a cancellare vite senza pietà giorno dopo giorno.
Saranno presenti don Eugenio Facondini, don Maurizio Macini e padre Dario Tisselli, accompagnato dalla sua Schola Cantorum.

Il Monte della Croce è luogo sacro per i fedeli delle parrocchie confinanti: l’imponente croce è stata eretta nel 1901 dal popolo montegellese come ringraziamento a Dio per aver risparmiato il paese di Montegelli dall’avanzata di una frana che pareva inarrestabile.
Da quel momento, la Croce è divenuta simbolo di salvezza e speranza: oltre alle consuete processioni che si svolgevano almeno una volta all’anno, gli abitanti delle montagne limitrofe si recavano in pellegrinaggio per domandare grazie e implorare la venuta della pioggia durante i periodi di grande siccità, che talvolta rischiavano di compromettere perfino la mietitura del grano.

Vi sarà, altresì, un momento di raccoglimento pure per la difficilissima situazione idrica odierna, dovuta alle ingenti e battenti piogge, che si sono aspramente riversate sui nostri territori, arrecando distruzione e danni gravissimi.
"Non a caso - spiegano i promotori -  è stata scelta tale sede per chiedere, attraverso la preghiera, la grazia, o meglio il miracolo della pace.
Pace che appare oggi più che mai un miraggio lontano, evanescente".

"In un mondo in cui la logica della guerra pare essere un meccanismo fondamentale, facciamo nostre le parole di Papa Giovanni Paolo II: <<Non abbiate paura!>>. Ci vuole coraggio per non lasciarsi sopraffare dal furore della guerra; occorre coraggio per non avere paura dinanzi all’inevitabilità delle cose, per essere messaggeri della “Buona Notizia”, per parlare di pace e per pregare, affinché l’umanità non cada nel baratro della disumanizzazione assoluta".