Rubicone
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MUSEO DEL COMPITO

Scavi, pieve di San Pietro e una tomba aristocratica rinvenuti a Longiano

L’area già dagli anni ’90 è interessata da sondaggi archeologici e un ennesimo ‘censimento’ effettuato tra il 2009 e il 2010 aveva stabilito la necessità di approfondire il sottosuolo

Tomba principesca

Una città sotto la città. Un’antica pieve con un sepolcreto di trecento tombe, una tomba aristocratica con un corredo piceno e un terzo reperto, forse un battistero. Tra luglio e ottobre, nel corso della campagna di scavi di verifica preventiva dell’interesse archeologico effettuati tra Longiano e Savignano sul Rubicone dalla Soprintendenza archeologica contestualmente ai lavori di realizzazione della “Bretella del Rubicone”, il sottosuolo longianese ha donato eccezionali ritrovamenti che andranno ad arricchire il patrimonio archeologico del Museo del Compito valorizzando i beni del Rubicone. Lo scavo, condotto dalla ditta Akanthos, hanno interessato un’area di oltre 2 mila metri quadri, il cosiddetto Campo di San Pietro, e i reperti, come sottolineato dall’archeologa Annalisa Pozzi, risalgono all’epoca preromana e medievale. L’area già dagli anni ’90 è interessata da sondaggi archeologici e un ennesimo ‘censimento’ effettuato tra il 2009 e il 2010 aveva stabilito la necessità di approfondire il sottosuolo.

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I lavori, che hanno coinvolto 12 archeologi e un restauratore, hanno sin da subito ottenuto i primi storici riscontri: il primo reperto a venire alla luce è stata la pieve di San Pietro (due edifici sovrapposti) fatta demolire nel 1587 essendo ormai un rudere. Lungo i fianchi della struttura è stato rinvenuto gradualmente un sepolcreto caratterizzato da tombe semplici e prive di corredo. Inoltre, non è chiara la natura del piccolo edificio a pianta centrale rinvenuto a poca distanza dalla pieve, forse interpretabile come battistero, importante documento della funzione legata al sacramento del battesimo delle pievi. A trenta metri di distanza è stata rinvenuta una tomba principesca datata tra il 6 e il 700 a. C. Si tratterebbe di una sepoltura preromana orientalizzante (3,40 per 2 metri) priva dei resti del defunto e munita di un ricco corredo (elmo piceno, due schinieri bronzei, un carro, ceramiche e vasellame bronzeo). La tomba ritrovata a 90 centimetri di profondità sarà al centro dei progetti futuri della cooperativa Koinè e per i quali sarà lanciata una campagna di raccolta fondi. Giorgio Pozzolino, soprintendente

“I ritrovamenti – ha detto il Soprintendente Giorgio Pozzolino nel corso della conferenza stampa di presentazione dei ritrovamenti – danno ulteriore conferma dell'importanza storica del sito allargando gli orizzonti temporali ed estendendoli rispetto a quelli che storicamente erano stati considerati corrispondenti all’epoca romana e medievale”.

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