Rubicone
stampa

emergenza sanitaria e scuola

Un prof di matematica scrive: "Cari genitori, i vostri ragazzi stanno facendo tanto. Nonostante il Coronavirus, imparano e crescono".

Uno studente racconta di sè: "Attenzione, non credevo che l'avrei mai potuto dire, ma mi manca la scuola"

Un prof di matematica scrive: "Cari genitori, i vostri ragazzi stanno facendo tanto. Nonostante il Coronavirus, imparano e crescono".

Il professore di matematica Tommaso Zamagni, cesenate e anche arbitro di calcio di serie C, insegna alla scuola media di San Mauro Pascoli.

Ieri ha scritto ai genitori dei ragazzi delle sue classi una lettera "attraverso la quale - dice - tento di raccontare il "tema medio" (in modo più matematico possibile) con l'intento di tranquillizzarli su quanto stanno svolgendo i ragazzi. Mi piace condividerla, per cercare di dare un po' di speranza". 

Di seguito pubblichiamo il testo.

Nuvola di parole

Virus, scuola, famiglia, compiti, mamma, babbo, giocare, andare, tornare, STO…

Ho raccolto i temi dei vostri ragazzi: il titolo era “Pensieri da casa”. Sono ricchi di passione, emozioni contrastanti, tanta noia, un riscoperto senso di appartenenza alla propria famiglia, alla scuola, all’Italia intera.

Mi risuonavano alcune parole durante la lettura che certamente notavo come ricorrenti. Ho cercato allora su internet una App che mi permettesse di generare la nuvola di parole delle più frequenti per provare a leggere, attraverso la parola, la realtà che stiamo e soprattutto stanno vivendo. La dimensione delle parole è proporzionata alla frequenza del relativo utilizzo nei temi.

Ora ho fatto un gioco: ho provato a scrivere il “tema medio” proposto attraverso la nuvola di parole. Cosa ci dicono questi giovani? Di cosa ci raccontano? Vediamolo.

Sto vivendo in una dimensione strana, nel mondo vi è la presenza di un VIRUS che ha interrotto e cambiato la mia vita da tanti punti di vista. L’ha interrotta nelle COSE che faccio abitualmente, nel POTER ANDARE. AVEVO, ERO. Ora tutto è cambiato. Ora non è POSSIBILE SVOLGERE tante attività: ERO sempre impegnato, tutte le SETTIMANE, dalla MATTINA alla sera. Vorrei TORNARE dagli AMICI, rivedere i COMPAGNI, così come i NONNI che ora VEDO solo attraverso uno schermo, ma non li sento, non li POSSO incontrare, toccare, respirare. NONOSTANTE il silenzio e l’isolamento imposto dalla QUARANTENA mi rendano annoiato e triste, in questa SITUAZIONE riscopro i volti della mia FAMIGLIA e una relazione rinnovata, ricca di tempi dilatati. POSSO GIOCARE con il BABBO ai videogames, sono felice di POTER PASSARE momenti felici con MAMMA in cucina e di POTER essere utile ai miei GENITORI imparando a SVOLGERE piccoli lavoretti in casa. Non ERO mai stato nella SITUAZIONE di non POTER USCIRE con gli AMICI e le AMICHE. Li VEDO grazie alle lunghe videochiamate che facciamo per PASSARE qualche MOMENTO di svago e di GIOCO online. In tanti MOMENTI mi sento solo, preoccupato per il nostro amato Paese: l’ITALIA. SPERO possa finire PRESTO questo PERIODO. Ora attenzione! Non credevo che l’avrei mai potuto dire ma: mi MANCA la SCUOLA. Ogni giorno FACCIO i COMPITI, seguo i VIDEO. Ma mi MANCA POTER VEDERE i miei COMPAGNI, ANDARE a SCUOLA in bicicletta, GIOCARE con loro, incontrare i professori, persino quelli noiosi! Ora STO in casa tra le mie COSE ma SPERO di TORNARE ad USCIRE. Nel frattempo PENSO che voglio PASSARE questa QUARANTENA apprezzando ciò che ho accanto e a PENSARE a come sarò quando tornerò alle mie belle ed abituali GIORNATE, cercando di essere migliore di quel che ERO. Ora DEVO STARE a casa, finché questo CORONAVIRUS non sarà abbattuto… ma quanto MANCA?!

 

Cari genitori, la scuola permette di leggere attraverso. I ragazzi stanno vivendo un periodo incredibilmente strano e per tanti aspetti disagevole. Sentono la mancanza di relazioni umane, se non esclusivamente quelle del nucleo familiare stretto. Sono privi tanto di ciò che li fa stare bene: gli amici, le attività ludiche, sportive, le associazioni parrocchiali, non possono uscire, giocare all’aperto e neppure andare a scuola! Manca la scuola. Manca terribilmente nella dimensione più autentica: quella fatta di carne, voce, sguardi. Oggi la scuola è distorta nei suoni perché passa tramite il microfono del computer e nebulosa tra i colli lunghi che si inseguono alla videocamera del cellulare. La scuola è brutalmente digitalizzata: perché passa attraverso i tasti che corrono su Classroom, MEET, Gmail, Jamboard, Word, PDF… e “ommioddio fino l’altro ieri conoscevo solo Minecraft!”, per questo per tanti molto più inaccessibile o quantomeno difficile. Ma siamo chiamati a guardare a quel connettivo che appare piccolo, posto al centro della nuvola: nonostante.

Che meraviglia.

Nonostante la mancanza degli amici sto riscoprendo l’amore e la presenza dei miei familiari, torno a giocare a carte dopo cena con tutta la famiglia, rispolvero una Wii che addirittura papà ha proposto di attaccare alla TV e ritrovo i miei genitori in momenti di svago e di confronto che mi mancavano. Nonostante la mancanza del calcio, del tennis, delle uscite pomeridiane con gli amici, riscopro me stesso, nelle mie passioni più antiche: leggo libri come non facevo da anni, sono tornato a dipingere, aiuto i nonni in campagna in mezzo ai miei amati animali. Nonostante mi manchi andare a momenti per me importanti come gli Scout o gli incontri in parrocchia, riscopro un bisogno di riflessione personale, penso molto, mi metto in discussione e mi chiedo cosa farò al ritorno alla vita normale. Nonostante.  

Nonostante sia così strano vivere la scuola in questa dimensione priva di relazioni, la scuola c’è, ci chiama, ci invita a nuove modalità di interazione. Modalità che hanno lati pesanti: i ragazzi passano tanto tempo davanti agli schermi, faticano ad avere sicurezze, direzioni chiare. Sono tante le incomprensioni e i dubbi che possono essere risolti in tempi brevi. E allora? Dov’è il relativo “nonostante”? La scuola sta insegnando a trovare un modo, non una scusa. La scuola sta insegnando a ciascuno che bisogna darsi da fare facendo rendere al meglio gli strumenti di cui si dispone. Ci insegna più che mai che per una buona comunicazione in gruppo bisogna rispettare l’altro, bisogna prendersi il proprio tempo e darne tanto. Poi ci ricorda quotidianamente che una buona connessione è molto importante, perché senza ascolto ci si limita nel sapere, nel conoscere. Ci rassicura la scuola, perché nonostante sia piena di problemi, si prende cura ancora della persona. Didatticamente sta insegnando tantissimo. Certamente ad utilizzare nuove piattaforme, nella consapevolezza della potenza e della delicatezza della rete. Sta insegnando che le parole non vanno sciupate: ogni parola scambiata è portatrice di un senso, ogni parola ha un significato profondo. Per questo in ogni intervento i ragazzi sono chiamati ad essere precisi, chiari, curati. La scuola ci sta poi insegnando che i professori sono una risorsa, che averli a disposizione in una relazione umana è davvero un’opportunità. Insegna allora che la vita di classe trova pienezza nella relazione vera di scambio reciproco, del dubitare, del chiedere, dell’interrogarsi e del domandare. Imparare passa attraverso un linguaggio ma anche da un fisico e dalla sua postura, dal tono di voce, dalla modulazione, dall’intensità dello sguardo, da mani che accolgono e sorrisi che rassicurano.

Cari genitori, i vostri ragazzi stanno facendo tanto. Nonostante il Coronavirus imparano e crescono.

Nonostante tutto sperano.

Un prof di matematica scrive: "Cari genitori, i vostri ragazzi stanno facendo tanto. Nonostante il Coronavirus, imparano e crescono".
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti) disabilitato.

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Avatar
paolo 21/03/2020 12:18
"il tema medio"
molto bella l'idea.
spero abbia pensato di girare questo suo "tema" anche ai ragazzi che ne sono stati gli autori a distanza. c'è tanto materiale per rendere questo spunto un luogo vitale anche a distanza, un incontro vero tra persone che provano emozioni, sentimenti, paure, hanno attese, desideri ... e che forse fino ad ora non hanno mai avuto la situazione "felice" (sì è felice perchè altrimenti poche volte sarebbe capitato avere tanta apertura di cuore da parte di tutti) di poterlo condividere con coetanei ed adulti senza lo schermo degli atteggiamenti consueti e precostituiti (da genitore a figlio, da insegnante a scolaro, da grande ad adulto, da chi cerca di sopravanzare a chi teme la derisione.
Oggi siamo tutti sulla stessa barca, ce ne accorgiamo. Se ne rendono conto anche i ragazzi e capiscono quanto anche noi adulti proviamo timore, incertezza, paura. Esattamente come loro.
E' una formidabile chiave di sintonia per capirsi, nel profondo

Totale 1 commenti

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento