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Tennis e non solo

Lea Pericoli, pioniera del tennis italiano, ospite del Panathlon a Cesenatico

Simbolo dell’emancipazione femminile nello sport degli anni ’60, Lea Pericoli è stata ospite della prima conviviale estiva del Panathlon club di Cesena a Cesenatico.

Foto Mauro Armuzzi

È il simbolo dell’emancipazione femminile nello sport degli anni ’60, Lea Pericoli nata a Milano nel 1935, è stata la pioniera della diffusione del tennis femminile professionistico, sport fino a quel momento riservato solo agli uomini.  

Ospite della prima conviviale estiva del Panathlon club di Cesena nella splendida cornice dell’hotel Da Vinci di Cesenatico, Pericoli ha intrattenuto la platea dei 200 ospiti presenti intervistata da Luca Liguori, giornalista e voce storica della Rai. Al tavolo della presidenza anche il sindaco di Cesena Paolo Lucchi, l’assessore allo sport Cristian Castorri, e Giorgia Battelli referente dell’iniziativa Maratona Alzheimer che si disputerà il 16 settembre prossimo e sarà dedicata al compianto ex commissario tecnico della nazionale Azeglio Vicini.

Speciale come atleta e come donna caratterizzata da uno spirito ribelle, così è stata presentata dal presidente del club Dionigio Dionigi, la Pericoli ha affrontato numerose battaglie sia nel tennis che nella vita, lottando con il tumore e dimostrando di essere una donna poliedrica. Conduttrice televisiva, scrittrice, giornalista e pittrice, ha trascorso l’infanzia ad Addis Abeba: “l’Africa mi è rimasta nel cuore - ha esordito -. Mio padre era un uomo coraggioso mentre mia madre era una casalinga dedita alla famiglia. Una volta tornata in Italia mi sono dedicata solo allo sport con l’ambizione di vincere”.

Chiamata da Indro Montanelli ‘coniglio coraggioso’ perché capace di rimonte, di sé confessa: “In un'altra vita potevo essere solo un cane perché ho sempre inseguito una pallina”. Amica storica del tennista Nicola Pietrangeli di cui non ha mai approvato lo stile di vita libertino, la Pericoli è diventata anche famosa per le mutandine rosa che spesso durante gli incontri si intravedevano da sotto il gonnellino e oggi conservate al Victoria Museum di Londra. “Ho avuto tanti amori e ho sempre fatto quello che mi piace nei limiti del lecito - ha concluso -. Oggi vivo sola e apprezzo la vita in ogni momento”.                                                                    

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