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i ricordi del mondiale in spagna

Si è aperto ieri il calciomercato al Grand hotel di Rimini

Tanti gli ospiti di prestigio nella serata di avvio

Il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini con Arrigo Sacchi, Beppe Bergomi e altri protagonisti del calciomercato che si è aperto ieri a Rimini. Foto Marco Rossi

Per il terzo anno consecutivo è la cornice del Grand Hotel di Rimini ad aprire il calciomercato. La sessione dei trasferimenti dei campionati professionistici italiani resterà aperta dal primo luglio al primo settembre. Il talk show “Colpi da maestro” ha aperto la serata con ospiti d’eccezione. A fare gli onori di casa è stato il sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad.

“Avere un evento così - ha detto - è motivo di orgoglio, qui al Grand Hotel dove è partito il turismo romagnolo. Inoltre è il 40ennale della vittoria dei Mondiali”. A ricordare il successo indimenticabile in Spagna della spedizione di Bearzot è stato Matteo Marani, giornalista e presidente del Museo del Calcio di Coverciano. “Il calciomercato ha accompagnato tanti momenti della nostra storia. Arrivò una vittoria che portò leggerezza nel 1982 dopo i momenti difficili degli anni precedenti”. In ricordo del successo ai Mondiali dall’1 all’8 luglio sono esposti cimeli dell’Italia al Grand Hotel di Rimini, come i gagliardetti, i palloni e le maglie della Nazionale ‘82. Chi partecipò alla spedizione fu un giovanissimo Giuseppe Bergomi. “Parlare di mercato, che son sempre stato nell’Inter, mi risulta difficile. All’epoca non sbagliare lo straniero era importante. In quegli anni col gruppo fatto di italiani, lo straniero esaltava le qualità di tutti”.

Ha sfiorato invece la vittoria dell’Italia a Usa 1994 Arrigo Sacchi, arresosi solo al Brasile ai rigori. Il tecnico di Fusignano ha ricordato i trascorsi al Milan, dove ha scritto pagine indelebili della storia del calcio mondiale. “Nel 1987-1988 potevi avere due stranieri in squadra, a me andava benissimo. Van Basten si infortunò subito, ma noi vincemmo lo scudetto lo stesso. Ricordo che il calcio è uno sport offensivo di squadra: i padri fondatori volevano questo, noi lo abbiamo trasformato in individuale e difensivo”. Poi sul crollo della Nazionale, “il calcio italiano ha vinto poco con superiorità, ma aspettando l’errore dell’avversario. Siamo dei tattici, io penso che giocando male abbiamo meritato la sconfitta. Così è successo nella finale mondiale oltreoceano (nel Mondiale ‘94, ndr), abbiamo perso meritatamente. Perché l’Italia non vince più? Non è un paese vincente, io guardavo la persona, non i piedi”.

Una delle figure di spicco nel ruolo di presidentessa della Roma è stata Rossella Sensi. “Sul mercato ricordo mio padre: era diretto, intraprendente, ma preferiva parlare con i giocatori più che con i Ds. Abbiamo preso tanti calciatori, ma ricordo Batistuta, Zago, Cafu e c’era anche Totti. I giocatori venivano trattati come figli. Il più determinante è stato Batistuta nell’anno dello scudetto. Credo che mio padre ci tenesse tanto ai suoi giocatori, il gruppo era la cosa più importante”. L’impatto col mondo del calcio non è stato traumatico. “Rispetto ai miei colleghi, ero già conosciuta come figlia di Franco. Mi interfacciavo con il Ds e poco con i procuratori. I giocatori stranieri non si aspettavano di vedere una donna, poi si ricordavano quando urlavo negli spogliatoi che ero io la presidente”.

Fresco di rinnovo come direttore sportivo del Milan è Frederic Massara. “La cultura del lavoro, l’entusiasmo e il collettivo del team, l’allenatore e lo staff, questi sono stati i valori del Milan. Lo scudetto ci ha dato gioia e orgoglio. Ci son stati momenti di difficoltà ma tutti hanno dato qualcosa. Anche chi ha giocato poco ha messo un timbro, come il rigore parato di Tatarusanu con l’Inter, il gol di Maldini con lo Spezia, il recupero di Rebic e la ripartenza con gol di Tonali con la Lazio. Questo è merito di Pioli”. Il futuro ora sembra più roseo per il Diavolo. “Con la nuova proprietà abbiamo dovuto fare di necessità virtù e abbiamo fatto scelte difficili e a volte dolorose per via della situazione economica”.

Non è potuto mancare il pensiero dell’esperto di calciomercato Gianluca Di Marzio. “Mino Raiola ha rappresentato tanto per il calciomercato. Ora non c’è più. Tanti lo hanno etichettato, ma lui si è costruito da solo”. In chiusura c’è stato spazio per il ricordo di Paolo Rossi. “Posso dire che - ha riferito la moglie di Pablito, Federica Cappelletti Rossi - questa sera sarebbe stato felice di essere qui. Gli piaceva il calciomercato, conosceva tutti. Per Paolo il Mondiale del 1982 è stato la rinascita, lo portava sempre nel cuore. Ricordava Bearzot e i compagni che lo avevano aiutato tanto e credevano in lui. Stentava a ripartire, veniva da due anni pesanti, ma il sentirsi l’affetto attorno ha fatto sì che tornasse il vero Pablito”.

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