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Coronavirus, i nonni e la vita in isolamento a casa

La testimonianza di Daniela Baldazzi, volontaria di Amici di Casa insieme: "Le nostre telefonate hanno interrotto un po’ il silenzio"

Daniela Baldazzi

Proponiamo di seguito la testimonianza di Daniela Baldazzi, volontaria di Amici di Casa insieme, onlus di Mercato Saraceno.

***

Il virus ha modificato la regia dei nostri incontri e ha interrotto praticamente tutte le attività economiche e sociali nel mondo, compreso le iniziative come i Caffè Alzheimer e Convivium. I due progetti diretti a persone con difficoltà di memoria o demenza hanno come filo conduttore e linguaggio principale l’accoglienza piena di calore umano e gli abbracci, gesti che comunicano più di mille parole.

In un momento di carestia sensoriale e di paura (quasi fobia) dell’altro bisogna che le parole prendano il posto di baci e abbracci. 

Così chiediamo aiuto alla tecnologia, che sia però al nostro livello… non web, app, o chat, ma chiediamo aiuto al telefono presente in ogni casa.

L’amicizia allora corre sul filo, le parole dette o non dette colmano la mancanza dell’altro ed ecco che la psicologa Mariagiovanna e le volontarie di Convivium e Caffè contattano gli anziani che un tempo frequentavano queste iniziative.

Pronto….come stai? Con questa domanda entriamo nelle loro case, ci facciamo descrivere le loro emozioni, i sentimenti, la percezione del momento che stiamo vivendo.

Può capitare che qualcuno risponda: Adesso che ti sento sto meglio! Come ha risposto Edda, facendo capire tante cose con il tono di voce diventato allegro. Lei aggiunge che, aiutata dall'assistente Ionica, passa le giornate facendo esercizi di memoria denominando gli oggetti di casa, ma soprattutto cantando sulla musica di Luca Olivieri. Edda ama tantissimo cantare perché le canzoni rendono più bella la giornata.

Telefonando a Meris si ha la certezza che la sua passione per il ballo non sia affatto interrotta e con Anna, la sua assistente, balla i Valzer suonati da Luca e si diverte come ai tempi in cui andavano insieme nelle balere. La sua abitudine di camminatrice continua, non per le vie di Cesena ma attorno a casa.

Da tanti racconti si ha una visione di continuità delle faccende domestiche, un rito sacro e importante come per Rosina e Maria e tanto impegno per la cucina. Abbiamo trovato Dorina che, dopo aver strappato le erbacce in giardino, prepara polpette con piselli, Agnese che cucina un ragù di piselli, pancetta e cipolla. Lei come tante donne dice che si alza al mattino facendosi l’eterna domanda di ogni donna: Cosa farò da mangiare oggi?

Agnese non cucina solo, ogni giorno segue la Messa del Papa in tv e come lei Mafalda. Quell’appuntamento non lo perde per nessun motivo ed è in pena per il Papa perché lo vede stanco e un po’ zoppicante. Grazie al computer che suo genero le accende, Mafalda è in grado di seguire la Messa del prete della sua parrocchia. Lei abita in una palazzina dove abitano le sue figlie così non le manca mai niente, anzi, loro la riempiono di cibo e lei ha paura di ingrassare. Certo che è prevalentemente sola e quando arriva qualcuno per la spesa deve “raschiarsi” la voce perché è stata zitta tutto il giorno. Passa il tempo guardando dalla finestra, ma non riconosce nessuno a causa delle mascherine. Non c’è malinconia nella sua voce, la sua serenità è contagiosa e arriva al cuore di chi l’ascolta.

Pronto… Come stai? La risposta può essere anche: sto preparando una bella festa per quando figli e nipoti potranno venirci a trovare. E così per una festa più bella delle altre, dopo mesi di lontananza, Rachele e Antonio, aiutati dalla preziosissima assistente Maria hanno preparato 300 tortelli.

La cucina non è l’unica occupazione, Antonio (93 anni) passa l’antiruggine alle ringhiere mentre Rachele si tiene attiva sulla cyclette.

Molte amiche hanno ringraziato per le iniziative promosse da “Amici di Casa Insieme” e hanno seguito con interesse le lezioni di ginnastica di Alessandra e quelle di manualità della maestra Francesca o la musica di Luca.

Annarosa, Liliana e Cinzia hanno fatto sapere che a loro mancano le nostre attività e sperano di poterle riprendere appena possibile. Queste telefonate hanno interrotto un po’ il silenzio che si era creato nelle nostre vite. Le parole dette al telefono sono diventate la musica che accompagna le nostre esistenze.

Come ha detto papa Francesco: "Alla pandemia del virus vogliamo rispondere con l’universalità della preghiera, della compassione, della tenerezza". Rimaniamo uniti.

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