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lutto nel clero

Don Lorenzo (Renzo per tutti) Marini, il don dei giovani

La figura del sacerdote, deceduto sabato scorso, 2 novembre, nel ricordo di un giovane prete, suo allievo

Don Lorenzo (Renzo per tutti) Marini, il don dei giovani

Nel pomeriggio di sabato scorso, 2 novembre, è deceduto all’ospedale Bufalini di Cesena don Lorenzo (Renzo per tutti) Marini, per lunghissimi anni prima cappellano e poi parroco a Sarsina.

Don Renzo nasce al Castello di Casalecchio, di proprietà dei Marini, situato nel territorio della parrocchia di San Martino in Appozzo, il 24 gennaio 1939, figlio di Giuseppe e Rossi Rosina. Entra in seminario a Sarsina nel 1950, continua gli studi nel Seminario Regionale di Bologna e nel frattempo la famiglia si trasferisce a Valbiano. Viene ordinato sacerdote in Cattedrale il 28 giugno 1964. È l’unica ordinazione in quell’anno a Sarsina. Celebra la prima Messa il giorno successivo nella parrocchia di Valbiano. Dal vescovo Bandini viene mandato a Ranchio come cappellano del parroco don Egisto Battistini, sacerdote energico, il quale l’anno successivo chiede a don Renzo di organizzare il suo 25° di sacerdozio, organizzazione che il Battistini apprezzerà e di lì in poi darà spazio al giovane sacerdote collaboratore.

Nel frattempo, risiedendo a Ranchio come cappellano, don Renzo segue le piccole parrocchie di Petrella e Rullato, dopo il trasferimento di don Giancarlo Bertozzi da Rullato a San Romano. Specialmente a Rullato si adopera per il rinnovamento liturgico voluto dal Concilio, soprattutto nel canto. Ricordava don Renzo l’emozione di sentire i canti in italiano nella Messa a Rullato: come era bello il nuovo canto “Al tuo santo altar”. Ricordava spesso che “a Rullato in caso di agonia chiamavano prima il prete del dottore”. Nel 1966 si aggiunge anche la parrocchia di Seguno. A Ranchio si impegna con i giovani del tempo, dai quali è ancora ricordato. Il primo ottobre 1967 viene nominato arciprete di Balze. Le idee ed energie del giovane parroco sono concentrate soprattutto per i giovani. Ancora oggi è ricordato a Balze come ”il prete dei giovani".

Don Renzo da parroco torna viceparroco: obbedisce al nuovo vescovo Gianfranceschi e dopo nemmeno un anno che era Balze scese a Sarsina. Il nuovo parroco don Vicinio Caminati, sacerdote più anziano, capisce le qualità del giovane cappellano e gli lascia gestire i bambini e la parte giovanile della parrocchia: un merito questo da attribuire a don Caminati, che gli dà fiducia senza mettersi in competizione o ostacolarne l’opera come altrove capitato. Per 16 anni don Renzo continua il suo servizio in qualità di cappellano, insegnando nelle Medie inferiori e facendo parte del Capitolo dei Canonici della Cattedrale. Dopo la morte di don Caminati, nel 1984 il vescovo Amaducci lo nomina parroco di Sarsina.

Numerose persone, specialmente i primi giovani che don Renzo incontrò negli anni ’70, devono a lui tanto. Anticipatore dei tempi, organizza i primi campeggi misti, cosa che inizialmente suscita scalpore, sia in paese sia tra i canonici. Poi diverrà fatto normale. Si prende cura come un padre per diverse generazioni, aiutando tutti a diventare adulti. Per tanti è una guida. Quasi tutti i ragazzi di Sarsina hanno vissuto l’esperienza dei “campeggi”, dei ritiri invernali nella villa del Seminario a Balze, delle due giorni portate avanti da don Renzo. Sono innumerevoli i pellegrinaggi che ha accompagnato in diverse Nazioni, vivendo con i suoi parrocchiani momenti di preghiera, di fraternità, di comunione.

Cerca di far vivere l’Eucarestia in modo partecipato, insistendo sulla puntualità, facendo scoprire l’importanza della Parola di Dio riscoperta con il Vaticano II e il ruolo attivo dei laici nella Chiesa. Organizza innumerevoli incontri sui documenti del Concilio di cui era convinto sostenitore. Ha sempre una particolare attenzione per le missioni organizzando raccolta dei panni, mercatini, raccolta della carta. Caldeggia ritiri spirituali a Camaldoli e Sant’Alberico. Per molti anni la comunità segue un Corso biblico presso la “Pro Civitate Christiana” di Assisi. Appena arriva notizia del terremoto in Friuli nel 1976, don Renzo con i suoi giovani parte per aiutare quelle popolazioni così colpite e vi resta due settimane. Così come rimane con i giovani 10 giorni fra i terremotati dell’Irpinia nel 1980.

Ha sempre un’attenzione particolare per l’avvio di giovani al sacerdozio. Ne accompagna quattro nel percorso: don Pier Luigi Tonelli e il fratello don Rudy; Roberto Ranieri che pur avendo richiesto di essere esentato dal servizio presbiterale, si occupa della Cattedrale con generosità e amabilità; e il sottoscritto. Non si può trascurare la cura che ha don Renzo per la Casa di Riposo di Sarsina, andandovi a celebrare messa tre volte alla settimana e al sabato pomeriggio, dal 1998 dopo il pensionamento di don Egisto Battistini. Impegno massimo anche per la scuola Materna parrocchiale e collaborazione con le due comunità di suore “Figlie di San Francesco di Sales” che fino al 2004 sono state presenti nel Ricovero e nell’Asilo. Anticipa di 10 anni l’inaugurazione delle “liturgie della parola con comunione eucaristica”, delle quali si parla in questi tempi, mandando la domenica laici a svolgere celebrazioni nelle chiese di San Martino e Tavolicci non potendovi andare il sacerdote. Per anni forma laici che a loro volta sviluppano i cosiddetti “Incontri nelle vie” portando la Bibbia nelle case.

Sono da ricordare anche i lavori eseguiti da don Renzo con l’aiuto della comunità: nel 1984 la sistemazione dell’antico oratorio di Calbano; nel 1986 rifacimento della “pista”, la piattaforma ubicata dietro al Vescovado, con somme ricavate dalla raccolta della carta, organizzata da don Renzo quando ancora non si faceva la raccolta differenziata; la ricostruzione nel 1989 della cadente chiesa cittadina del Suffragio; nel 1993 il rifacimento del tetto della canonica vecchia e della canonica nuova e opere parrocchiali; nel 1994 il rifacimento totale del teatro “Silvio Pellico”; la sistemazione della cadente chiesa di Tezzo nel 1998; la ricostruzione dell’oratorio di Pagno nel 2013 con grande contributo personale; il rifacimento del tetto della chiesa di Tavolicci e la messa in sicurezza della Madonnina del 1100; nel 2014 la realizzazione delle stazioni in legno per la Via Crucis dalla piazza a Calbano.

Diversi i servizi che a don Renzo, successivamente, vengono affidati: si aggiunge nel 1993 la parrocchia di Tezzo; Sorbano nel 1998; Pagno nel 2009; San Martino e Monteriolo nel 2010; Tavolicci nel 2012. Nel 2014, al compimento del 75° anno di età, don Renzo lascia la guida delle comunità pur continuando a risiedere nel ex vescovado dove, alcuni giorni fa, è vittima di una grave caduta che lo porta alla morte.

Grazie don Renzo, anzi monsignor Renzo, per questo grande esempio e l’assoluto distacco da ogni cupidigia.

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