Bagno di Romagna
Il Parco nazionale delle Foreste Casentinesi non estenderà i propri confini
Lo comunicano il sindaco Baccini e l’assessore Severi, sottolineando che sono emerse criticità per l’imprenditoria agricola locale
Lo studio per l’estensione dei confini del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi Monte Falterona e Campigna all’interno del territorio del Comune di Bagno di Romagna ha dato esito negativo. Il sindaco Marco Baccini e l’assessore alle Politiche per la montagna Alessandro Severi annunciano in un comunicato la decisione di interrompere il percorso per una nuova perimetrazione del Parco. “Gli approfondimenti svolti e la consultazione hanno fatto emergere una serie di problematiche che non consentono allo stato attuale di procedere ulteriormente con una proposta di estensione dei confini del Parco”, affermano i due amministratori.
La fase di studio è stata accompagnata da un confronto aperto con associazioni, categorie e cittadini interessati articolatosi in tre incontri (12, 18 e 24 aprile 2018). Il materiale prodotto è stato poi pubblicato sul sito del comune per ricevere osservazioni e il 31 luglio è stato presentato un resoconto del lavoro e della consultazione al Consiglio direttivo del Parco.
Nel quadro finale pesano le difficoltà affrontate dalle imprese agricole locali, oppresse dai danni della fauna selvatica, e i complessi vincoli normativi e burocratici per la gestione del territorio che sono emersi dallo studio. “Il percorso aperto che abbiamo avviato, pertanto – proseguono il sindaco e l’assessore – impone di rivedere l’ordine delle priorità, anteponendo prima di tutto la soluzione delle problematiche patite dalle aziende e dalla comunità locali al proseguimento del progetto di ampliamento dei confini del Parco nazionale, che invece è riconosciuto come una delle cause delle criticità riscontrate”.
Da Baccini e Severi quindi, un invito agli enti competenti a rivedere le condizioni attuali, soprattutto in tema di gestione della fauna selvatica. Il rischio, se non trattata adeguatamente, è che possa recare danno all’imprenditoria agricola, oltre che invadere i centri abitati e deteriorare la sicurezza delle strade di montagna.
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