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devozione popolare

La Madonna della neve di Monte Castello (Mercato Saraceno)

Tra storia e leggenda

La chiesa della Madonna della neve di Monte Castello

Sul piccolo santuario che si trova sopra Monte Castello, costruito attorno al 1500 e dedicato alla Madonna della neve, il parroco don Maurizio Macini ha inviato al Corriere Cesenate questo suo racconto di fantasia. Eccolo di seguito, a beneficio dei lettori.  
Monte Castello 17 maggio 1534. Il figlio di Niso Angelini, Alberto, falegname, col suo carretto, sul far della sera, ha lasciato il Castello per tornare a casa, per tornare a Sommavilla. Egli, all'improvviso, scorge una luce bellissima. Scende dal carro, incuriosito, e s'inoltra nel bosco. Si trova davanti ad uno spettacolo bellissimo: una Signora vestita di bianco. Egli subito s'inginocchia. La Madre: "Caro Alberto, figliolo mio, alzati. Conosco la tua fede. Desidero che qui a Monte Castello sia costruita una Chiesa in mio onore per la benedizione del mio popolo." Dopo queste parole la Regina scompare. Alberto, come tramortito, rimane immobile cercando di capire ciò che è accaduto. E una grandissima gioia lo invade. Decide allora di tornare al castello per parlare col parroco. "Reverendo Michelotti! Reverendo Giuseppe!". "Chi è che mi disturba a quest'ora?", "Sono Alberto Angelini, il falegname. Scenda! Le devo raccontare un fatto bellissimo.", "Eccomi qua. Cosa ti è accaduto di così urgente?", "Ho visto la Mamma di Gesù. Ci chiede di costruire una Chiesa in suo onore", "Caro Alberto ecco. Prima ti ho visto in osteria. Ora prendi il tuo carretto e torna a casa da tua moglie che sarà tanto preoccupata del tuo ritardo. Torna a casa a smaltire i fumi dell'alcool". "Ma Reverendo! Quindi lei non mi crede! Le ho detto che Maria mi ha parlato. Mi ha detto che desidera una .... ", "Adesso basta con questa storia! Ti ho detto di tornare a casa!". Tutto sgombussolato, attraversato da tanti sentimenti, Alberto si presenta a sua moglie Francesca. "Ma dove ti sei cacciato .... cosa hai fatto? Hai il volto stravolto". "Mi è accaduto un fatto bellissimo: ho visto la Madre del nostro Signore, ma il nostro parroco pensa io sia ubriaco". Francesca ascolta il racconto fin nei più piccoli particolari "Caro marito siamo sposati da 13 anni, abbiamo 3 bellissimi bambini: Giovanni, Lucia, Matteo. Sei un uomo buono, averti sposato è stata la benedizione più grande della mia vita. Io ti credo. Una grande grazia per noi. Ora vieni. La cena è fredda ma buona. Prima di andare a letto recitiamo il santo Rosario. Domani mattina vedremo il da farsi". Il mattino dopo si avviano verso il castello intenzionati a parlare col parroco. Giunti nel luogo santo si fermano per il rosario. Arrivati al castello, Don Giuseppe decide di seguire gli sposi sino al luogo dell'apparizione. Un po' perplesso dice: "Cari sposi ammiro la vostra fede, ma non penso sia apparsa Maria. Dimenticatevi questa storia. È meglio per tutti." La notizia, invece, si sparge per tutto Monte Castello ed oltre. Tanta gente viene a pregare lì dove è apparsa Maria. Anche tanti curiosi."Don Giuseppe si convincerà. Lui non vuole costruire la Chiesa? Lo farò io. In legno." È ecco Alberto lavorare tutta l'estate per fabbricare una maestosa edicola, mestadina. Da generazioni in camera sua, sopra il letto matrimoniale, la Madonna della Chiesa di Santa Maria Maggiore a Roma. Egli la stacca dal muro di camera sua e la pone nell'edicola. Il 13 settembre, con l'aiuto dell'amico Pietro, muratore, carica l'edicola sul carro. Un'intera giornata di lavoro. Bellissima. È ecco che tutti possono vedere. "Cari parrocchiani si parla da tempo di una probabile apparizione di Maria Santissima qui a Monte Castello. V'invito alla prudenza. Non lasciamoci trasportare dai sentimenti in un terreno assai insidioso. Andrò dal Vescovo a sottoporre il caso."Abitava a Monte Castello un ragazzo di 19 anni, Michele Gori. Cieco dalla nascita. I suoi genitori hanno regalato a Michele tanta voglia di vivere e serenità. È stato un bambino che ha imparato alla svelta. La sua famiglia, Gori, era la più importante del paese. Michele ben presto si sa orientare in ogni angolo di Monte Castello. Tutte le domeniche sale la lunga strada che lo porta alla Chiesa del Castello ad assistere alla Messa di don Giuseppe. "Mamma voglio andare alla mistedia che ha costruito il falegname Alberto", "Caro figlio perché vuoi andare là? È un luogo che non conosci, potresti farti del male", "Cara mamma non ti devi preoccupare, al tuo fianco e al fianco del babbo non temo nulla". Dopo il pranzo domenicale il 23 settembre Gori Michele e i suoi genitori, col carro, si avviano verso la mistedia. Arrivati Michele si fa raccontare tutto di quel luogo: le piante, la strada, e, soprattutto, la mistedia, la sua preziosa immagine. "La voglio toccare". Ed ecco accadere il miracolo: Michele per la prima volta vede la luce illuminare il volto della sua cara mamma, del suo caro padre. "Io vi vedo. Io vi vedo. Io vi vedo. Maria Santissima mi ha guarito! Io vedo tutto: la strada, i monti, il cielo, il bosco. Mi ha guarito. Vedo tutto. Vedo tutto. Mi ha guarito". Quante lacrime! Capite bene che questo prodigio scioglie le riserve del parroco Michelotti e di tutti gli scettici. Un grande afflusso di gente al luogo santo. "Dobbiamo costruire una bellissima Chiesa", "Sì una bellissima Chiesa", "Verranno da tutte le parti a pregare". Tutti i parrocchiani danno il loro contributo. Dopo un anno, Il 12 ottobre 1535, il vescovo e tanti sacerdoti benedicono il piccolo santuario che tutti tanto amiamo. Prega per noi Madonna della neve. Prega per noi.

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