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Luoghi dimenticati in mezzo a noi

Vetracchio, frazione con 8 abitanti, a pochi chilometri da Sarsina ma completamente avvolta dalla natura

Ireno Bedei da Sassatica

Riportiamo da Facebook l'interessante post pubblicato dal Ireno Bedei da Sassatica con il titolo "Luoghi, persone e cose dimenticate".

"La frazione o località di Vetracchio  - si legge nel post sulla pagina 'Sei di Mercato Saraceno se...' - dista 4,41 chilometri dal medesimo comune di Sarsina di cui essa fa parte. Anche se si trova a soli 4 Km dal capoluogo Sarsina, tale località ad un visitatore estivo sembra il Messico, nemmeno Google maps consente di percorrere la strada che vi conduce, solo tramite satellite e per chi conosce la zona è possibile avventurarcisi.
Il torrente che scorre a fianco con le sue profonde gole assomiglia ad un lungo canyon che si getta nel Savio fra Mercato Saraceno e Montecastello, chi ha avuto la possibilità di percorrerlo (solo a piedi) è rimasto affascinato da questi luoghi dimenticati dal tempo di cui la natura ha il possesso completo".

Il Corriere Cesenate si è sempre occupato, con le sue cronache, di questa frazione isolata grazie al nostro corrispondente Daniele Bosi.

"Qui negli anni ’80 venne girato un importante video-documentario dove vennero catturate le tutte le immagini di vita contadina di un ciclo annuale, dalla mietitura del grano all’uccisione del maiale - spiega Bosi in un nostro articolo del 2009 -. Le case, tutte in pietra del sette-ottocento, sono raggruppate in due agglomerati poco distanti tra loro. Vi abitano ancora otto persone, che ogni volta accolgono i visitatori con premure e attenzioni davvero singolari, e in occasione della festa ritorna chi, per motivi di lavoro, si è trasferito a partire dagli anni ’60, quando ancora c’erano diverse famiglie e una cinquantina di persone".

"Nel 1954 venne costruita, lungo la via per la Casella, una piccola cappellina per dar modo a due Religiosi originari del luogo, ora defunti, (Padre Graziano e Padre Giovanni Santucci) di poter celebrare la messa durante il mese estivo di vacanza che trascorrevano nelle case natali. È ancora vivo - conclude Bosi - ricordo l’arrivo di monsignor Bandini, il giorno della consacrazione della chiesa, a cavallo del mulo (la strada carrozzabile fu aperta nel ’58) accompagnato dal parroco di Tezzo".

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