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Quei giovani medici supereroi

Le Usca all’opera. Testimonianza di un lettore da Montecastello: “Tantissima umanità verso di me e verso tutta la mia famiglia”

Egidio Casanova con il dottor Francesco delle Usca

Pubblichiamo online la testimonianza che i lettori possono trovare all'interno dell'edizione cartacea (a pag. 4, nel Primo piano) in edicola da ieri, assieme ad altre storie di Natale. Il nostro contributo in vista dell'evento per antonomasia che si rinnova ogni anno.

Una testimonianza in diretta. È quella che abbiamo raccolto al telefono qualche giorno fa da Egidio Casanova di Montecastello (Mercato Saraceno). “In famiglia siamo in 14 - racconta quasi commosso - e in 11 ci siamo presi il Covid, compresi due nipotini di un anno e di quattro anni. Non sappiamo come e perché, ma così è successo. Alcuni di noi sono stati asintomatici, mentre io sono quello che ho avuto le conseguenze più gravi. Comunque sono rimasto sempre a casa e sono stato ben seguito sia dal medico di famiglia, il dottor Gian Lorenzo Palazzi di Mercato Saraceno, sia dai medici delle Usca (Unità speciali di continuità assistenziale). Anzi, è proprio per dire un grazie a loro che vi ho telefonato, loro che rischiano tutti i giorni la vita entrando nelle case dei pazienti ammalati di Covid”.

Ormai fuori dalla malattia, Casanova vuole fare conoscere quello che ha passato. “Questi giovani medici stanno facendo un lavoro incredibile per noi che viviamo nella valle del Savio. Sono sempre disponibili, anche la domenica. In certi giorni pensavo di non farcela. Facevo fatica a trovare l’aria. Da me viene ancora un certo dottor Francesco, di cui ho visto solo gli occhi. È stata un’avventura che non auguro a nessuno. Mai avrei immaginato quello che ho vissuto da quasi un mese. Questi medici sono stati davvero bravi e disponibili, come il nostro dottor Palazzi. Mi chiamavano tre-quattro volte al giorno e a giorni alterni venivano per un’ecografia. Ho trovato tantissima umanità verso di me e verso tutta la mia famiglia. E poi anche tutto il vicinato: abbiamo avvertito una solidarietà incredibile verso di noi per quello che ci era capitato”.

Come fa da sempre, anche nei giorni della malattia, Casanova ha tenuto un breve diario in cui ha annotato le fatiche, le paure, le sofferenze e i pianti. Fino all’esito del tampone negativo. “Mi manca sempre di più il respiro - scrive il 25 novembre - il cuore sembra mi scoppi nel petto, non so proprio più cosa fare”. E il giorno seguente annota: “Ho sempre più problemi a respirare, non mi viene su il fiato da nessuna parte, comincio veramente ad avere paura. Il dottor Palazzi chiama tre-quattro volte al giorno ed è sempre reperibile al suo cellulare”. Il 27 novembre: “Arrivano i medici Usca e d’accordo col dottor Palazzi cambiano cura”. Il 28 si cambia registro: “Finalmente mi si abbassa la febbre (era salita fino a 39,6, ndr) e si calma la tosse. La notte riesco a dormire un po’, il respiro va meglio, ma ancora non arriva”.

Bisogna aspettare il 9 dicembre per leggere: “Oggi va proprio meglio” e il 12 dicembre per avere la bella notizia: “Il dottore dice che non sente più la polmonite. Siamo tutti contenti”.

“Davvero, mi creda direttore - conclude Casanova - non ho parole per esprimere la mia e la nostra gratitudine. Visto che siamo abbonati da tanti anni al Corriere Cesenate, abbiamo pensato di poter dire qualcosa attraverso le pagine del settimanale che lei dirige. Allora, grazie a questi giovani medici supereroi. Posso dire con certezza che siamo in mani sicure”.

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