Valle Savio
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BAGNO DI ROMAGNA. Documento approvato all’unanimità dal Consiglio dell’Istituto scolastico comprensivo

Studenti delle scuole medie come nelle zone terremotate

Dopo 11 anni di sistemazione provvisoria delle scuole medie di Bagno di Romagna nel prefabbricato destinato a ospitare centro e magazzino della Protezione Civile, le componenti scolastiche hanno deciso che la misura è colma.

Studenti delle scuole medie come nelle zone terremotate

Dopo 11 anni di sistemazione provvisoria delle scuole medie di Bagno di Romagna nel prefabbricato destinato a ospitare centro e magazzino della Protezione Civile, le componenti scolastiche hanno deciso che la misura è colma.

Forte e decisa è stata la presa di posizione unanime con la quale il Consiglio dell’Istituto Comprensivo scolastico denuncia le criticità della situazione e chiede di “stabilire scadenze precise e certe che consentano di uscire dall’emergenza”.

Il documento, proposto dal dirigente scolastico professor Giuseppe Messina e accolto da tutti i rappresentanti di insegnanti, genitori e personale, denuncia la situazione di inadeguatezza che rende la struttura “del tutto assimilabile alle condizioni delle scuole delle recenti zone terremotate”.

“C’è una situazione di provvisorietà - commenta il dirigente reggente professor Messina - che è andata al di là di ogni ragionevolezza. Sono qui da tre anni e in tre anni non è successo praticamente nulla”.

Per avviare il percorso e le azioni per la costruzione o la ristrutturazione della vecchia scuola si chiede il coinvolgimento, oltre che del Comune, anche di Unione dei Comuni, Regione e Ministero, perché il problema “non può più riguardare solo la comunità di Bagno”.

Tra i dieci punti di inadeguatezza, la scuola segnala l’inadeguato livello di areazione dei locali, pavimenti in materiali plastici che emanano cattivo odore a ogni apertura, illuminazione inadeguata, molto freddo d’inverno e molto caldo in primavera ed estate, impossibilità di organizzare laboratori e aule speciali, oltre che la collocazione in un prefabbricato in lamiera destinato alla protezione civile.

Sei sono le azioni individuate come assolutamente urgenti. Prima di tutto, si legge nel documento, “si predisponga immediatamente il progetto di massima per la nuova scuola o per il restauro dell’edificio che la ospitava”.

Inoltre, occorre chiedere all’Ausl, “a 11 anni dall’autorizzazione provvisoria, la verifica delle condizioni igienico-sanitarie e di vivibilità degli ambienti” e presentare a Regione e Ministero “la situazione di assoluta precarietà, del tutto assimilabile alle condizioni delle scuole delle zone terremotate”.

Infine occorre cercare immediatamente “soluzioni alternative, seppur provvisorie, di ricollocazione e delocalizzazione della scuola in ambienti più consoni”.

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