dalle parrocchie e dai paesi
Un gruppo di pellegrini veneti in visita al miracolo eucaristico di Bagno di Romagna
L'incontro tra fede e cultura. I percorsi in vista del Giubileo 2025
Si sta avvicinando l’avvio del prossimo Anno Santo e la parrocchia bagnese di Santa Maria Assunta, con la Fondazione museale di arte sacra “Abbatia Nullius Balneensis” sta già “scaldando” spiritualmente i propri motori.
Nel pomeriggio di giovedì 22 agosto, il parroco di Bagno di Romagna, monsignor Alfiero Rossi, ha accolto un nutrito gruppo di pellegrini veneti, appartenenti al Patriarcato di Venezia, glorioso per storia e per tradizioni religiose, oltre che artistiche, nonché ponte culturale e religioso nei secoli scorsi fra Occidente e Oriente.
Gli oltre trenta pellegrini veneziani, guidati dal proprio parroco e provenienti dal pellegrinaggio al celebre Santuario mariano di Loreto, sono saliti nella località appenninica bagnese per poter rendere omaggio al miracolo eucaristico del Sacro Corporale, avvenuto all’interno della basilica bagnese nel 1412. Protagonista del miracolo fu il monaco camaldolese Lazzaro che stava celebrando la Santa Messa: nel preciso momento della consacrazione eucaristica del vino, nutrendo un dubbio sulla transustanziazione e dunque sulla presenza reale di Cristo, vide con enorme sorpresa e profondo turbamento interiore fuoriuscire dal calice gocce di sangue, che ricaddero sul corporale di lino steso sull’altare, lasciandovi diverse macchie. Nel 1957, su autorizzazione dell’allora vescovo di Sansepolcro, monsignor Domenico Bornigia, fu prelevata una parte del tessuto contenente una macchia e la si sottopose ad accurati esami di laboratorio medico. Gli esami laboratoriali accertarono in modo inequivocabile che si era davanti a macchie di natura ematica.
Dopo la rievocazione storica del miracolo eucaristico effettuata da monsignor Rossi, i pellegrini hanno potuto accostarsi alla reliquia del Corporale, accuratamente conservata e protetta nell’apposita teca. Il loro parroco ha recitato la preghiera comunitaria ed infine ha concesso la benedizione ai partecipanti, riuniti davanti all’altare in silenzioso e devoto raccoglimento interiore.
Al termine della benedizione, il professor Robert Lolli, docente presso la sede bagnese del Liceo Scientifico “Righi”, ha tenuto l’illustrazione storico-artistica delle più significative opere d’arte, in particolare della quadreria conservata da secoli all’interno della Basilica di Bagno. La Fondazione “Abbatia Nullius Balneensis”, grazie al prezioso aiuto di diversi volontari, si propone di essere un faro culturale e un punto di riferimento significativo all’interno del territorio locale appenninico. Un Ente nato nel territorio, con il territorio e per il territorio: a simboleggiare lo stretto legame con la realtà locale, che per oltre cinque secoli ha visto la presenza dell’abbazia camaldolese di Santa Maria Assunta, legame che si è costituito e fortificato nel tempo sui due valori della fede religiosa (con le sue testimonianze di una spiritualità forte e vissuta, rappresentata dal Miracolo Eucaristico e dal Miracolo del Sangue, dalle reliquie, dalla beata Giovanna, monaca camaldolese e da S. Agnese, protettrice delle acque termali, segno di vitalità e benessere per l’intera comunità) e della cultura (rappresentata dalle numerosissime opere d’arte pittorica e scultorea, conservate ed esposte al pubblico).
La Fondazione promuove e valorizza la cultura in due piani e momenti distinti ma sempre uniti fra loro: da una parte attraverso il Museo di arte sacra ospitato nella Canonica (principale pinacoteca della Romagna fiorentina), la Basilica e l’Oratorio del Carmine, aperti al pubblico soprattutto nella stagione estiva, dall’altra attraverso l’organizzazione di Conferenze di largo spessore. Le visite alla Basilica regalano ai pellegrini e ai turisti momenti di profonda intensità e di emozione, rappresentando essa una splendida cornice sia spirituale, sia artistica nelle sue tre dimensioni (architettonica, scultorea e pittorica): ulteriore testimonianza della ricchezza culturale, storica e sociale di questo lembo di territorio appenninico, l’Alto Savio, che secoli di appartenenza alla “Romagna fiorentina” hanno segnato, scavato, determinato, lasciando nella natura, nei borghi, e negli abitanti quei segni distintivi e caratterizzanti che oggi pongono Bagno di Romagna al centro di un rinnovato interesse spirituale, culturale e socio- economico.
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