A Parigi la voce della cooperazione di credito

Le richieste al presidente dell’autorità bancaria europea: “Modello Bcc vincente, ma servono regole più semplici”. Intervento del presidente della Federazione Bcc Emilia-Romagna Mauro Fabbretti

I referenti delle 9 Bcc regionali in visita all'Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico)

Un confronto ad alto livello con le Istituzioni internazionali ed europee e con il mondo della cooperazione bancaria francese per approfondire punti di contatto e differenze, ma soprattutto per riaffermare il ruolo delle Banche di Credito Cooperativo nel panorama finanziario continentale.

I vertici delle nove Bcc regionali in missione a Parigi

Questo il senso della missione a Parigi organizzata dalla Federazione Bcc dell’Emilia-Romagna in collaborazione con Federcasse che ha permesso momenti di incontro e approfondimento con l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse), l’Autorità Bancaria Europea (Eba), il Crédit Mutuel, il Crédit Coopératif, la Société Coopératif Française e l’Institut Jacques Delors, in un viaggio istituzionale con finalità formative che ha visto protagonisti i vertici delle nove Bcc regionali (Banca Centro Emilia, Banca Malatestiana, Bcc Felsinea, Bcc Romagnolo, Bcc Sarsina, Emil Banca, La Bcc ravennate forlivese imolese, Riviera Banca, RomagnaBanca), accanto al presidente e al direttore della Federazione regionale, Mauro Fabbretti e Valentino Cattani, e di Federcasse, Augusto dell’Erba e Sergio Gatti.

“Far conoscere chi siamo e come operiamo”

“È fondamentale continuare a far conoscere in Europa chi siamo e come operiamo – ha sottolineato in una nota stampa Mauro Fabbretti, presidente della Federazione Bcc Emilia-Romagna. Le nostre banche rappresentano un modello unico: mutualistico, territoriale, vicino alle persone. È un modello che tiene insieme solidità economica e impatto sociale, ma che soffre per l’entità di obblighi e norme imposte da una regolamentazione disegnata per realtà bancarie molto diverse. La nostra richiesta è chiara: servono norme più semplici e sostenibili, che ci permettano di adempiere meglio alla nostra missione nei territori”.

Evitare sovrapposizioni e rigidità

Tra i momenti più significativi, l’incontro con il presidente dell’Eba (European banking authority) José Manuel Campa che ha voluto accogliere personalmente la delegazione, riconoscendo l’importanza del dialogo con il Credito Cooperativo. Un confronto aperto sui temi della vigilanza e della proporzionalità, in cui le BCC hanno ribadito l’esigenza di evitare sovrapposizioni e rigidità che impediscono di valorizzare le specificità mutualistiche.

Mauro Fabbretti, presidente della Federazione Bcc Emilia-Romagna. e presidente della Bcc di Sarsina, insieme a José Manuel Campa presidente Eba (European banking authority)

Confronto su transizione ecologica e alfabetizzazione finanziaria

Altrettanto strategico il confronto con i vertici dell’Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), dove si è discusso di transizione ecologica, coesione territoriale, sviluppo sostenibile e alfabetizzazione finanziaria. “Abbiamo avuto modo di confrontarci con esponenti istituzionali ed esperti di altissimo livello – ha dichiarato Fabbretti – e di raccontare una realtà, quella delle Bcc emiliano-romagnole, che rappresenta un patrimonio economico e civile di grande valore, anche nel contesto europeo”.

“Le 212 Bcc italiane sono un modello da valorizzare”

“La presenza del presidente Campa all’incontro con l’Eba – ha dichiarato in una nota stampa il presidente di Federcasse, Augusto dell’Erba – è stato un segnale importante di attenzione verso il nostro mondo. Abbiamo apprezzato la disponibilità al confronto, pur nella consapevolezza di alcune differenze di visione. È nostro compito continuare a portare proposte, non solo richieste, per costruire un’Unione Bancaria che riconosca il pluralismo bancario e la biodiversità rappresentata dal Credito Cooperativo come una ricchezza e non come una complessità da ridurre. Le 212 Bcc italiane non sono un’eccezione da tollerare, ma un modello da riconoscere e valorizzare, capace di generare fiducia, sviluppo nella sostenibilità e inclusione”. E anche la mattinata dedicata all’Ocse, con la presenza dell’Ambasciatore d’Italia a Parigi presso le Organizzazioni internazionali, Sabbatucci, e la Vice Segretaria Generale, Lapecorella, “ha segnato – secondo dell’Erbauna prima volta del Credito Cooperativo italiano presso l’Istituzione-chiave per la definizione di standard riconosciuti a livello internazionale (non solo dai 38 Stati membri) in campi delicati come le questioni fiscali e i progressi in materia di sviluppo sostenibile”.

Cambiamenti ed equilibrio geopolitico

A chiudere il programma, l’incontro con Sylvie Matelly, direttrice dell’Institut Jacques Delors, ha offerto spunti preziosi sullo scenario internazionale, con un equilibrio geopolitico attraversato da grandi cambiamenti, e sulle prospettive dell’Unione Europea in materia di coesione economica, sostenibilità, politica fiscale e sovranità energetica e alimentare, rafforzando la consapevolezza del contributo che il Credito Cooperativo può offrire anche in termini di visione e proposta per il futuro del progetto europeo.