Addio a Bruno Pizzul, voce storica delle partite della Nazionale

Commentò cinque Mondiali e quattro Europei. Nel 2002 partecipò a un nostro convegno a Cesenatico

Bruno Pizzul a "Cervia, la spiaggia ama il libro" (foto: archivio Sandra e Urbano fotografi, Cesena)

Morto Bruno Pizzul, il telecronista di mille emozioni.

Un passato da calciatore

Oggi a Gorizia, all’età di 86 anni, se ne è andata un’icona del giornalismo sportivo italiano e internazionale: Bruno Pizzul. Nato a Udine l’8 marzo 1938, intraprese la carriera di calciatore, giocando come centromediano con Cormonese (la squadra parrocchiale di Cormons), Pro Gorizia, Catania, Ischia, Udinese e Sassari Torres. Fu costretto molto giovane a non giocare più a calcio, per colpa di un infortunio al ginocchio.

In Rai dal 1969

Nel 1969 avvenne la svolta della sua vita, con l’entrata in Rai come telecronista sportivo, soprattutto calcistico. Commentò la sua prima partita l’8 aprile 1970, lo spareggio di Coppa Italia Bologna-Juventus 1-0 sul neutro di Como, risolto da una rete di Marino Perani all’ 82′. La prima finale di una competizione internazionale che commentò fu Germania Ovest-Urss 3-0 del 18 giugno 1972, ultimo atto degli Europei. Durante i Mondiali di Messico 1986, per via di un malore di Nando Martellini dovuto all’altitudine, divenne il telecronista ufficiale della Nazionale italiana. Ebbe questo privilegio dal 1986 al 2002, commentando cinque Mondiali, quattro Europei e tutti i match di qualificazione ad Europei e Mondiali. L’ultimo match azzurro a essere raccontato ufficialmente da Pizzul fu l’amichevole Italia-Slovenia 0-1, disputata a Trieste il 21 agosto 2002. In quella partita, giocò per l’Italia l’allora centrocampista della Juventus Matteo Brighi, nato a Rimini.

Non solo pallone

Pizzul non commentò solo il calcio, ma anche altri sport come pugilato, ping pong, bocce, ciclismo, vela, ippica e in più fu anche telecronista fisso di canottaggio dal 1971 al 1976. Fu insignito del “Premio nazionale Andrea Fortunato” nel 2009 e del titolo di “Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica italiana” nel 2022.

Al Convegno del “Corriere Cesenate”

Pizzul ebbe uno stretto rapporto con la città di Cesena, in quanto fu telecronista di due importantissime vittorie del Cesena. La prima fu lo spareggio per un posto di serie A, disputato a San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno) l’8 luglio 1987 e vinto dal Cesena di Bruno “Maciste” Bolchi sul Lecce per 2-1, con gol di Roberto Bordin al 3′ e di Agatino Cuttone al 61′. La seconda è la finale del Torneo di Viareggio del 26 febbraio 1990, vinta dai bianconeri di Paolo Ammoniaci per 1-0 sul Napoli, grazie a una marcatura di Ulisse Masolini al 35′. Nell’aprile 2002 fu ospite al convegno nazionale Fisc, organizzato a Cesenatico dal nostro giornale, presentando la tavola rotonda sul tema “Testimonianze e proposte per una Evasione intelligente”.

Espressioni peculiari

Bruno Pizzul è stato un giornalista non solo molto competente, ma anche molto amato dalla gente comune per via della sua gentilezza, della sua autoironia e delle sue espressioni peculiari con le quali faceva capire il calcio anche ai non intenditori. Per esempio parlava di “grappolo d’uomini” per indicare una mischia di calciatori in area di rigore, prima della battuta di un calcio d’angolo. Oppure usava l’espressione “cincischia”, quando un giocatore perdeva tempo con la palla tra i piedi. Guardando la vita e la carriera di Bruno Pizzul, chiunque potrebbe definirle con una frase diventata emblematica di questo indimenticabile uomo di sport: “Tutto molto bello”.