Al Bonci le “Visioni” di Confindustria per un futuro migliore del presente

Le sfide della demografia e dell'intelligenza artificiale secondo esperti di caratura internazionale. Premiati i "visionari" del territorio. La fotogallery

Da sinistra: Mauro Righi premiato da Antonio Marcegaglia e Mario Riciputi

Una giornata per guardare il futuro, senza rimanere imbottigliati nel presente.

Giovani visionari

Si è svolto ieri, al teatro Bonci di Cesena, l’evento “Visioni” organizzato da Confindustria Romagna. Al mattino spazio ai “Giovani visionari” con alcune proposte per il territorio presentate dagli studenti delle superiori. A vincere la sfida è stato l’Itig Marconi di Forlì con “Romagna resiliente”, un’app per prevenire, segnalare e agire insieme durante le emergenze più gravi. Medaglia d’argento all’Itt Pascal di Cesena con uno studio sul granchio blu.

Guardare al futuro con speranza

Al pomeriggio e alla sera si è alzato il sipario su “Visioni”, con la consegna dei premi a cinque “visionari” condotta dalla giornalista Silvia Boccardi e con le relazioni di tre ospiti di caratura internazionale.

Dal sindaco Enzo Lattuca, che ha fatto gli onori di casa, “un ringraziamento a Confindustria Romagna che accende una luce sulle sfide del futuro e che, con questo evento, giunto alla seconda edizione, ci aiuta a essere proattivi e non passivi in un tempo di cambiamenti”. Il primo cittadino ha voluto toccare in particolare il tema della demografia: “Richiede un bagno di realismo. L’inverno demografico avrà conseguenze nei prossimi anni. L’immigrazione è quantomai una necessità per il nostro tessuto produttivo”.

Enzo Lattuca (foto: Sandra e Urbano)

Mario Riciputi, presidente di Confindustria Romagna, ha introdotto “un tema che ci accomuna nel profondo: il grande bisogno di futuro. È un bisogno che nasce dal desiderio, da un lato, di sfuggire alle difficoltà di un momento storico segnato da crisi globali, rapide trasformazioni e incertezze, e dall’altro, dalla volontà di costruire qualcosa di meglio, qualcosa di nuovo”. Per farlo servono “visioni capaci di animare lo spirito” e che possono venire da ogni campo del sapere umano. “Il futuro – ha concluso Riciputi – non è un destino predeterminato, ma una creazione collettiva, che si alimenta di intuizioni, di sfide, di speranza e di sogni realizzabili”.

Mario Riciputi (foto: Sandra e Urbano)

Battiston (fisico) “L’Ai è come un rastrello”

Il primo speech della serata è stato quello di Roberto Battiston, professore di Fisica sperimentale all’Università di Trento e già presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), che ha accompagnato i presenti dietro le quinte dell’Intelligenza artificiale, sfatando luoghi comuni. “Chatgpt – la provocazione – ha la stessa intelligenza di un rastrello, realizzato da un artigiano intelligente e utilizzato con intelligenza da un contadino. Di suo, se appeso al muro, il rastrello non è uno strumento intelligente”. Lo stesso vale per l’Ai. “Negli anni abbiamo riempito il web di parole – ha proseguito -. L’intelligenza artificiale con cui chattiamo siamo noi. Stiamo trattando con tutti noi messi insieme e giocando con una pesca di combinazioni. Lo strumento ha bisogno di dati umani freschi se non vogliamo un decadimento del contenuto. Il web che era pieno di umanità, con l’Ai si riempie di sintesi di cose precedenti e perde di originalità. Dietro questo strumento non c’è una mente senziente”. Per Battiston “l’intelligenza artificiale deve essere un moltiplicatore del talento umano, non una sua sostituzione. Se ha un obiettivo buono o cattivo siamo noi esseri umani a deciderlo. Sta a noi scegliere se vogliamo un futuro orwelliano o se vogliano lasciare alla macchina solo la ripetitività“.

Roberto Battiston (foto: Sandra e Urbano)

Billari (Bocconi): “La demografia non è destino”

A seguire, l’intervento di Francesco Billari, rettore della Bocconi di Milano e professore di Demografia. Billari ha citato l’economista francese Alfred Sauvy: “Se la politica è la lancetta dei secondi, che corre via veloce, e l’economia è la lancetta dei minuti, il cui scorrimento è prevedibile, è la demografia a rappresentare la lancetta delle ore, apparentemente ferma ma in grado di segnare il passo“. Da questo punto di vista, l’epoca in cui viviamo sta registrando alcuni record: “Non ci sono mai state così tante generazioni insieme come oggi. La longevità è la più alta (73,3 anni), mentre il numero medio di figli (2,2 per donna) è il dato più basso della storia. La combinazione di questi fattori porta all’invecchiamento della popolazione. Il gruppo più numeroso non è più quello dei neonati. Nel mondo abbiamo il numero più alto di laureati (il 25,2 per cento dei giovani) e quello di migranti: 300 milioni di persone vivono fuori dal Paese di nascita”. Guardando all’Italia: “Negli ultimi 100 anni abbiamo guadagnato un anno di longevità ogni tre e la speranza di vita è di 83,4 anni. Siamo il Paese con meno figli al mondo: 1,18 per donna e siamo quello più vecchio, tolti Principato di Monaco e Giappone. Siamo più indietro come laureati: la scuola non porta all’Università. Da Paese di emigrazione siamo diventati terra di immigrazione con 7,5 milioni di stranieri. L’Italia è cambiata, ma non abbiamo ancora metabolizzato il cambiamento”. Per innovare, l’importante è “non essere rassegnati. La demografia non è destino. Consideriamo i dati e interveniamo con politiche lungimiranti. Fermiamoci a muovere la lancetta dei secondi, altrimenti passano le ore e non ce ne accorgiamo”.

Francesco Billari (foto: Sandra e Urbano)

Marletto (fisica): “Ci sarà una macchina in grado di costruire tutto”

Collegata dagli States, è intervenuta Chiara Marletto, docente di Fisica quantistica all’ateneo di Oxford, “disciplina – ha detto – che è sempre stata d’ispirazione alla tecnologia, dalla scoperta del fuoco al personal computer“. Il gruppo di ricerca che Marletto guida negli Usa va oltre le leggi della fisica classica e quantistica: “Possiamo contemplare macchine programmabili molto potenti e in grado di autoreplicarsi. Il fisico John von Neumann, negli anni ’50, pensava già a un “costruttore universale”, in grado di realizzare qualsiasi trasformazione fisicamente permessa, fino a una replica di sé stesso. Con il mio gruppo di ricerca vogliamo mettere a punto una teoria in grado di descrivere adeguatamente le macchine del domani che rivoluzioneranno il nostro modo di vivere, scandagliando aree della fisica ancora inesplorate“. Ci vorrà molto tempo prima di un’applicazione concreta, ma Marletto ha messo le mani avanti citando lo scienziato Max Planck: “La scoperta e la conoscenza scientifica sono state raggiunte solo da coloro che le hanno perseguite senza alcuno scopo pratico in vista“. Come i calcoli matematici di Alan Turing, poi alla base dei nostri computer e della rete internet.

Chiara Marletto in collegamento (foto: Sandra e Urbano)

Danilo Rossi (musicista): “Fondamentali passione e incontri”

Fra uno speech e l’altro, sul palco del Bonci sono stati premiati cinque “visionari”.

Per la categoria “Cultura” è stato riconosciuto Danilo Rossi, musicista forlivese di fama mondiale, per 36 anni prima viola del Teatro alla Scala di Milano. La chiave di volta, nella sua vita, è stata “trasformare una passione in fonte di sostentamento. Non c’è niente di meglio”. In questo percorso, “gli incontri sono stati importanti. Da soli non siamo nulla. Ho conosciuto grandi nomi della musica che mi hanno voluto bene. Senza di loro non ce l’avrei fatta”. Un successo quindi che è il consapevole risultato di un “mix fra passione e incontri”.

Danilo Rossi (foto: Sandra e Urbano)

Succi (scienziato): “La passione fa la differenza in tutti i mestieri”

Per “Ricerca e scienza” è stato premiato Sauro Succi, scienziato forlivese tra gli studiosi più influenti nella Fisica dei fluidi, i cui studi si possono riassumere nel principio “Tutto scorre, ma con modalità diverse”. “Ho avuto la fortuna di trovarmi al posto giusto e nel momento giusto”, ha ammesso Succi. Assieme alla fortuna, “la passione è un grande regalo che va coltivato e vale per tutti i mestieri, dal barista allo scienziato. Assieme alla bellezza, anche la passione salverà il mondo”.

Sauro Succi (foto: Sandra e Urbano)

Alice (cantante): “L’unica via d’uscita è dentro di noi”

Nella categoria “Comunicazione” è stata premiata Carla Bissi, in arte Alice, cantante e compositrice, vincitrice del Festival di Sanremo nel 1981 con “Per Elisa”. Alice ha fatto riferimento a un trauma vissuto a 12 anni che le fece perdere la voce, prima di tornare a cantare. “Grazie a una soprano che viveva a Forlì – ha detto – sono riuscita a rieducare la voce in due anni. Avevo un dono e l’ho perso, poi ho lottato per riconquistarlo”. La cantante racconta l’episodio nella sua autobiografia “L’unica via d’uscita è dentro” (Rizzoli, 2024): “Dobbiamo prima capire chi siamo per vivere in armonia con gli altri”, ha spiegato.

Alice premiata (foto: Sandra e Urbano)

Sirotti (musicista): “Tenere accesa la fiammella del bambino che gioca”

Per la sezione “Arte” il riconoscimento è andato a Fabrizio Sirotti, musicista eclettico che unisce elettronica e acustica, noto anche per i suoni che produce toccando le piante. È un pianista e compositore diplomato al Conservatorio “Bruno Maderna” di Cesena. “L’importante – ha detto – è tenere accesa la fiammella del bambino che gioca, pur nel tracciato imposto dalle regole della vita”.

Fabrizio Sirotti (foto: Sandra e Urbano)

Righi (imprenditore): “Sognare con concretezza e tenacia”

L’ultimo riconoscimento, nella categoria “Impresa” con il premio “Steno Marcegaglia” (sul palco il figlio Antonio), è stato attribuito a Mauro Righi, amministratore delegato e fondatore del Gruppo Righi di Mercato Saraceno, leader nell’automazione industriale, che conta sedi in Italia, India e Cina con un fatturato aggregato che sfiora i 100 milioni di euro. “Sono partito da un garage – ha ricordato l’imprenditore -. Mi sono messo in proprio perché l’azienda per cui lavoravo è fallita. Bisogna avere un grande sogno e godersi il percorso, lottare per quell’obiettivo anche senza raggiungerlo e condividerlo con altre persone lungo il percorso, perché da soli non si fa nulla“. Da Righi la consapevolezza che “il mondo è pieno di cassetti pieni di idee. Servono concretezza e tenacia per superare gli ostacoli e realizzare i propri sogni”.


Di seguito, la fotogallery dell’evento a cura di Sandra e Urbano fotografi (Cesena).

Visioni (107)