Cesena
Al fianco di bambini e giovani nella “zona grigia”
Progetto da 600mila euro in provincia di Forlì-Cesena. Coinvolti 50 minori nel cesenate grazie all'associazione Testa e Croce
Un progetto biennale da 600mila euro è stato avviato nella provincia di Forlì-Cesena per supportare 350 minori tra i 6 e i 17 anni, con particolare attenzione a quelli nelle “aree grigie”, a rischio di isolamento ma non in condizioni di vulnerabilità estrema. Nel cesenate, l’Associazione Testa e Croce coinvolgerà circa 50 giovani in attività che spaziano dal supporto allo studio ai centri estivi, fino a percorsi educativi specializzati.
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Ci sono tragedie che incidono nel profondo, lasciando il segno a distanza di anni. È stato così per l’isolamento nel periodo del Covid, che ha privato bambini e adolescenti di relazioni interpersonali decisive per quell’età, o nel caso dell’alluvione che ha colpito la Romagna a più riprese.
Ora un progetto biennale prova a mettere in rete realtà diverse per “intercettare” i minori rimasti più in disparte, quelli delle «aree grigie, non in situazioni di vulnerabilità estrema ma comunque a rischio di isolamento». A spiegarlo, questa mattina in conferenza stampa al palazzo comunale di Cesena, è stata Corinna Crippa, responsabile di “Argini”.
Le risorse in campo e i ragazzi coinvolti
Si tratta di un progetto che a livello nazionale nasce da “Con i bambini” (Cib), impresa sociale creata nel 2016 per attuare i programmi del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, alimentato da risorse statali e delle fondazioni bancarie (466 milioni di euro distribuiti negli ultimi anni). Nella nostra provincia, capofila del progetto è il forlivese “Consorzio di solidarietà sociale” che a sua volta, nel territorio cesenate, ha individuato come partner l’Associazione Testa e croce, nata in seno alla Pastorale giovanile di Cesena-Sarsina e attiva da oltre un ventennio a supporto di oratori e centri estivi.
A livello provinciale il progetto può contare su 600mila euro di risorse e mira a coinvolgere, fino al giugno 2026, 350 ragazzi (dai 6 ai 14 anni per centri estivi e supporto allo studio, tra i 14 e i 17 anni per i percorsi educativi specializzati).
Nel cesenate, dalla Valle Savio al Rubicone, saranno coinvolti una cinquantina di bambini e ragazzi. Altre associazioni si occuperanno invece di Forlì, della valle del Tramazzo e di quella del Bidente e Montone.
Gioco di squadra tra associazioni e istituzioni
«La nostra rete di oratori è capillare – ha spiegato don Marcello Palazzi, presidente di “Testa e Croce” – e agisce anche in un’ottica di sussidiarietà passiva, cercando di far crescere quello che c’è».
A Ilaria Grafieti di Testa e Croce è stato affidato il ruolo di case manager: «Fino ad ora abbiamo agganciato 18 minori ma siamo appena agli inizi. Ci preme raggiungere i luoghi più periferici e le persone meno raggiungibili».
Pur essendo stato pensato per i territori colpiti dall’alluvione, il progetto non richiederà la “certificazione” di alluvionato ai partecipanti: «Potrebbe sembrare fuori tempo massimo – è intervenuta l’assessora ai Servizi sociali Carmelina Labruzzo – ma non è così. Ci sono traumi rielaborati in un lungo lasso di tempo. Attuare azioni educative come queste può ridurre la presa in carico dei minori da parte dei Servizi sociali».
Un’azione di prevenzione importante sottolineata anche dall’assessora ai Giovani Giorgia Macrelli: «Gli strascichi del Covid hanno aumentato i ritirati sociali. È importante, in accordo con famiglie e realtà locali, far capire ai ragazzi come stare in comunità».
Le azioni in programma vanno dall’animazione per giovani e adulti al recupero della socialità, dal supporto extrascolastico fino alle attività estive, passando per la presa in carico di minori e famiglie più traumatizzati dall’alluvione.