Borello, la sicurezza passa da educazione e politiche giovanili

Incontro lunedì sera all'hub di quartiere. Istituzioni e cittadini a confronto su una tematica molto sentita

Un momento dell'incontro di lunedì 3 marzo a Borello

Incontro sulla sicurezza, lunedì sera 3 marzo, all’hub del quartiere di Borello, durante il quale i cittadini hanno presentato all’amministrazione comunale e alle forze dell’ordine presenti i loro problemi.

Il sindaco: “Approcci diversi dalla repressione”

“Non possiamo pensare che tutte le cose che ci vengono segnalate si possano risolvere con l’intervento di polizia.” Con queste parole, il sindaco Enzo Lattuca ha aperto l’incontro sul tema della sicurezza e delle politiche giovanili all’hub di quartiere di Borello, invitando i presenti a riflettere sull’importanza di affrontare i problemi di comportamento con approcci diversi dalla repressione. Il sindaco ha sottolineato che molti dei disagi segnalati dai cittadini sono legati a comportamenti di maleducazione e teppismo. “Si tratta di comportamenti contrari al senso e alle regole della convivenza civile, vanno dalla maleducazione al teppismo, noi non possiamo accettarli voltandoci dall’altra parte”, ha detto, ribadendo che l’amministrazione, insieme alle autorità competenti, sta cercando di comprendere come affrontare queste problematiche.

Gli insegnanti: “Comportamenti antisociali tra i giovani”

L’incontro ha visto una grande partecipazione da parte di chi vive ogni giorno il quartiere, tra cui insegnanti che lavorano con i ragazzi del territorio. Proprio loro hanno sottolineato come alcuni studenti presentano comportamenti antisociali, dannosi per sé stessi e per gli altri. Un esempio riportato è l’incidente accaduto nella scuola media di Borello, dove alcuni ragazzi lanciando delle pietre hanno creato delle crepe nei vetri del bagno dei maschi.

Sirotti Gaudenzi (Lega): “È importante sapere se ci sono stranieri”

Il consigliere comunale della Lega, Enrico Sirotti Gaudenzi, fra i presenti, ha sollevato una questione riguardo alla presenza di ragazzi stranieri. “Devo dire la verità, non ho capito se questi ragazzi siano italiani o stranieri e in quale percentuale. È importante capirlo perché si parla di cultura”, ha osservato, lamentando la mancanza di chiarezza su questo aspetto. Sirotti Gaudenzi ha anche accusato le “sinistre” nazionali di aver creato una “migrazione incontrollata” e quelle locali di aver trascurato i quartieri, favorendo la costruzione di centri commerciali. Ha criticato poi le politiche di welfare e le iniziative educative, come il progetto Ciacaré e l’educativa di strada, definendole inefficaci. In conclusione, ha elogiato le forze dell’ordine, ma ha chiesto maggiori sforzi dall’amministrazione per migliorare la sicurezza e le politiche giovanili. L’intervento ha scaldato gli animi. “Ci sono anche criminali in erba autoctoni“, ha puntualizzato un partecipante.

Il quartiere: “Comunità educante, non giudicante”

La presidente di quartiere, Rita Persiani, ha enfatizzato la necessità di un approccio educativo piuttosto che repressivo. “Bisogna essere una comunità educante, non giudicante”, ha rilevato, ribadendo che questi ragazzi vanno aiutati. Persiani ha proposto che lo spazio del quartiere venga potenziato: “Non serve una guardia, ma un potenziamento delle occasioni di socialità. Ho chiesto che almeno due sere al mese questo spazio sia per i nostri ragazzi”.

Macrelli: “Progressi nell’educativa di strada”

Infine è intervenuta Giorgia Macrelli, assessora con delega alle Politiche giovanili, che ha sostenuto i progressi del progetto di “educativa di strada” avviato otto mesi fa nel quartiere. Macrelli ha spiegato che “il lavoro è partito con l’osservazione dei ragazzi e un approccio relazionale per costruire un legame di fiducia con attività che suscitano l’interesse dei giovani”. Si è anche parlato di collaborazione con le sale parrocchiali. “Il lavoro di comunità educante – ha concluso Macrelli – deve coinvolgere ogni individuo nel massimo delle proprie potenzialità”.